Lega: Salvini spegne il fuoco delle tensioni con Giorgetti. E sulle amministrative: “Non c’è in gioco il partito”

Le spaccature nella Lega? "Invenzioni". A 72 ore dall'apertura dei seggi per il voto delle amministrative, Matteo Salvini si mostra fiducioso ("andremo meglio di tanti altri") e dribbla le fibrillazioni interne al Carroccio. "Le uniche correnti che mi preoccupano sono quelle d'aria", assicura, gettando acqua sul fuoco delle tensioni con Giancarlo Giorgetti.

ROMA – Le spaccature nella Lega? “Invenzioni”. A 72 ore dall’apertura dei seggi per il voto delle amministrative, Matteo Salvini si mostra fiducioso (“andremo meglio di tanti altri”) e dribbla le fibrillazioni interne al Carroccio. “Le uniche correnti che mi preoccupano sono quelle d’aria”, assicura, gettando acqua sul fuoco delle tensioni con Giancarlo Giorgetti. “Se la vediamo allo stesso modo sul futuro della Lega e dell’Italia? Assolutamente sì”, taglia corto il Capitano, che si trova però a dover gestire anche il caso che riguarda Luca Morisi, indagato per droga dalla Procura di Verona. L’avvocato dell’ex guru dei social leghisti, Fabio Pinelli, spiega di aver già manifestato all’Autorità Giudiziaria la piena disponibilità del suo assistito a chiarire tutti gli aspetti della vicenda, ribadendo la piena convinzione della irrilevanza penale della condotta di Morisi, “il quale non ha mai posseduto il flacone contenente il liquido oggetto di accertamenti”. Il legale, inoltre, precisa, che allo stato “non risulta coinvolto alcun ‘quarto uomo’, e anzi dagli atti nella legittima disponibilità della difesa risulta sottoposta a indagine solo una ulteriore persona oltre a Morisi”.

Sull’intera vicenda ormai la linea di Salvini è chiara. “Non mi permetto di giudicare la vita privata” ribadisce, ricordando di non aver mai giudicato “il figlio di Grillo indagato per stupro” o “l’arresto dei genitori di Renzi”. Quello che giudica inaccettabile, invece, è il trattamento riservato al Carroccio negli ultimi giorni: “L’attacco nei confronti della Lega è indegno di un Paese civile”. Per stemperare la tensione in vista dell’imminente appuntamento delle amministrative Salvini però rimarca il fatto che “non c’è la Lega in gioco, ma le città in cui si vota”. E chi vince e chi perde “lo si giudica contando i sindaci che uno aveva prima e quanti ne ha dopo”.

Il Capitano si appresta a chiudere la campagna elettorale con due eventi, a Milano e Roma, assieme agli alleati di coalizione Giorgia Meloni e Antonio Tajani. Quest’ultimo derubrica a “roba superata” l’endorsement di Giorgetti a Carlo Calenda per la corsa a Roma. “Si è pentito, ha anche fatto marcia indietro”, le parole del coordinatore nazionale di FI. Sullo sfondo però resta il delicato rapporto tra il segretario e il suo numero due. Salvini se la prende con i media (“i giornali si occupano di ipotetiche spaccature”), ma mentre Giorgetti non perde occasione per elogiare il lavoro di Draghi – per il titolare del Mise il premier “con la sua consueta saggezza” sta affrontando il tema della crescita -, il Capitano continua a martellare il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese sui migranti, e ad attaccare il premier sul discorso delle riaperture: “Tutta Europa sta vaccinando e riaprendo, l’Italia no. Vorrei capire da Speranza e da Draghi perché no. Se tu imponi il vaccino, il green pass e il tampone, il diritto al lavoro lo devi garantire a tutti”.

Di Ronny Gasbarri

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