Lega, vertice in procura: svolta dopo le perquisizioni dei giorni scorsi

Nella hall del Metropol, i sei avrebbero discusso di una compravendita da 3 milioni di tonnellate di petrolio russo che, nelle intenzioni degli indagati, sarebbero dovute essere comprate da Eni

Foto Stefano Cavicchi / Lapresse 18 Novembre 2016 Mosca / Russia Politica Una riunione con manager russi a Mosca. Presenti Salvini e Savoini

MILANO – Lunga riunione questa mattina in Procura a Milano tra i pm che stanno indagando sui fondi russi alla Lega. Nell’ufficio del procuratore Francesco Greco sono arrivati l’aggiunto Fabio De Pasquale, i pm Sergio Spadaro e Gaetano Ruta e gli uomini del Nucleo di polizia economico finanzia della guardia di finanza che stanno indagando sull’incontro del 18 ottobre scorso all’hotel Metropol di Mosca.

La svolta sull’affare russo

La riunione in Procura è servita infatti agli inquirenti a fare il punto sul materiale acquisito nel corso delle perquisizioni dei giorni scorsi a casa dei tre indagati per corruzione internazionale, il leghista Gianluca Savoini, presidente dell’associazione Lombardia-Russia, l’avvocato Francesco Meranda e l’ex bancario di Mps ed ex politico locale Francesco Vannucci. Materiale definito “molto interessante” e che avrebbe portato gli inquirenti a “una svolta” nelle indagini.

Indagini ancora in corso

Al centro delle indagini l’appuntamento d’affari nell’hotel moscovita a pochi passi dal teatro Bolshoi. Oltre ai tre italiani, erano presenti tre interlocutori russi, tra cui il manager Ylia Andreevich Yakunin, manager molto vicino all’avvocato moscovita Vladimir Pligin. A sua volta vicino al Cremlino. A parlare per primo di quel faccia a faccia, il settimanale l’Espresso. Mentre la registrazione dell’incontro è stata diffusa nei giorni scorsi dal settimanale BuzzFeed.

La compravendita di petrolio destinata a Eni

Nella hall del Metropol, i sei avrebbero poi discusso di una compravendita da 3 milioni di tonnellate di petrolio russo che, nelle intenzioni degli indagati, sarebbero dovute essere comprate da Eni (che ha smentito ogni coinvolgimento). Greggio che sarebbe stato ceduto con uno ‘sconto’ pari al 6,5%. Di cui il 4%, pari a 65 milioni di euro, sarebbe dovuto servire per finanziare la Lega in vista delle Europee. Il ‘resto’ invece era destinato ai funzionari russi, configurandosi così, per i pm milanesi, il reato di corruzione internazionale.

(LaPresse)

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