L’eterna illusione dei tagli agli sprechi

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

Guai a proporre una tassa patrimoniale (non sia mai a pronunciarne anche solo il nome!). E va bene. Ma una tassa ‘selettiva’, solo a carico di chi non avrebbe problemi a pagarla? No? Non si può? E perché? Chi ce lo impedisce? Se togli mille euro all’anno a chi ne guadagna 100mila, quale tragedia si consuma? Ma soprattutto: quando si decideranno a tagliare seriamente gli sprechi di denaro pubblico? Tolti la sanità e gli altri servizi di base che lo Stato deve garantire, ci sono miliardi di ‘buchi neri’ su cui da decenni tutti dicono di voler intervenire, ma nessuno ci riesce (o vuole). Ogni governo che si insedia proclama: “Taglieremo le spese inutili”. E il bello è che lo avranno detto più o meno una ventina di volte negli ultimi 40 anni. Ma che vuol dire questa presa per i fondelli? Ogni governo che si insedia, taglia, ma puntualmente il governo dopo trova ancora il buco lì dove stava prima. Delle due l’una: o queste voragini si rigenerano da sole all’improvviso, o nessuno ci mette mai veramente mano. Immagino, per esempio, tutti quei miliardi di euro che ogni anno lo Stato continua a spendere per tenere in piedi aziende pubbliche utili solo a chi ci viene messo a lavorare, non al Paese. Al Paese serve un governo che non abbia paura di andare a fondo in questa crociata contro chi si riempie le tasche dei soldi pubblici senza dare nulla in cambio. Lo Stato deve usare i soldi (pubblici) solo per pagare servizi per i cittadini, non per ingraziarsi questa o quella lobby di potere. Altrimenti è un furto, una truffa, una partita di giro per poter restare al potere. Potere (di pochi) in cambio dei soldi (di tutti). Ogni governo che si insedia mette al lavoro le migliori menti e le più alte capacità tecniche per redigere questo benedetto Def (documento economico e finanziario), ma mai che impieghi tutta questa materia grigia per escogitare un sistema capace di azzerare gli sprechi. Sono decenni che su questi sprechi ci campano intere dinastie di scrocconi, intere famiglie di ‘miracolati’ che grazie alle proprie capacità intrallazzine si fanno riempire il conto in banca dai soldi pubblici. Quale politico sarà così ‘libero’ da invertire questa devastante tendenza? Anche questa era una battaglia del M5S, ribadita all’indomani del voto del marzo 2018 che l’ha portato al governo: e chi l’ha vista.

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