NAPOLI – Il clan Moccia impegnato da anni nelle attività di recupero crediti. E’ uno dei tanti modi per imporre il proprio dominio e farlo viaggiare col passaparola. Metà della cifra da recuperare va nelle casse della cosca, il resto al creditore. Che, però, deve ritenersi disponibile a ricambiare il favore alla ‘famiglia’. E in questo meccanismo sarebbe finito anche un volto noto del panorama artistico napoletano. E’ il collaboratore di giustizia Antonio Cinquegrana a raccontarlo agli inquirenti. Nel corso dell’interrogatorio del 10 gennaio 2017, ascoltando una conversazione ambientale intercettata all’interno dell’abitazione di Domenico Cimini, Cinquegrana riferì di un episodio in cui Rosa Miranda (estranea alle indagini e non coinvolta negli affari illeciti del clan), cantante e attrice napoletana nata a Casoria, ex nuora di Mario Merola (è stata sposata col figlio Roberto) “chiedeva un intervento – si legge nell’ordinanza eseguita mercoledì mattina – della famiglia Moccia, per la precisione di Luigi Moccia che conosceva, in merito ad ‘un pagamento’ non ricevuto”. “La vicenda della richiesta di ‘intervento’ raccontata dal collaboratore – scrive il giudice Maria Luisa Miranda – trova riscontro nelle conversazioni intrattenute proprio dalla suddetta con Antonio Moccia in data 23 gennaio 2017, nel corso della quale la donna chiedeva di poter conferire ‘seriamente’ e nella successiva del 24 gennaio 2017 nel corso della quale Antonio Moccia dava alla stessa appuntamento. Orbene, al di là della ‘vicenda in sé’ di cui non è stato possibile conoscere l’esito e, conseguente, eventuale rilievo penale, ciò che rileva è che la stessa, per ottenere remunerazione secondo la sua interpretazione a lei spettante si sia rivolta non ad un avvocato, non ad un giudice, ma ad Antonio Moccia, peraltro a lui e non al fratello Luigi che meglio conosceva verosimilmente perché Luigi Moccia, nel gennaio del 2017, si trovava sottoposto agli arresti domiciliari ad Afragola”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA