Napoli, fiumi di droga nelle piazze della movida

Napoli, fiumi di droga nelle piazze della movida
Napoli, fiumi di droga nelle piazze della movida

NAPOLI – Fiumi di droga inondano i ‘baretti’ di Chiaia, dove il concetto di fine settimana fa significato a sé, sia rispetto ad altre zone del territorio che rispetto ad altre città dello Stivale. 

Tra piazza San Pasquale e la galassia di localini ai confini con piazza dei Martiri, il weekend inizia già dal giovedì e, fino alla domenica, vede l’avvicendarsi delle diverse fasce d’età e categorie di frequentatori: universitari, adolescenti, persino studenti delle scuole medie, professionisti; il carattere è eterogeneo quando si tratta di divertimento.

E un componente importante è data dallo ‘sballo’, un traguardo (con molte licenze sull’etica) che può essere raggiunto sostanzialmente attraverso due fonti: alcol e droga (oltre che al mix letale dei due fattori). Ai ‘baretti’ le prima esperienze con gli stupefacenti possono essere fatte già attorno i 15-16 anni. Lì la sostanza che va per la maggiore è la cocaina, la polvere che dipinge di bianco la movida napoletana. A portarla, tra vicoletto Belledonne, via Cavallerizza a Chiaia e via Bisignano sono in prevalenza pusher provenienti da Fuorigrotta e Rione Traiano. Lavorano a ‘chiamata’, spesso basta un messaggio su WhatsApp per mettersi d’accordo su ora e luogo dell’appuntamento. I pusher li riconosci subito: si muovono tra la folla con sguardo attento, spesso vestono con abiti comodi e scuri, hanno l’atteggiamento di chi sta cercando qualcosa, qualcuno. Una volta individuati, scatta l’approccio, magari meglio se al posto del nome di battesimo viene usato un soprannome. Una stretta di mano e il gioco è fatto, lo scambio avviene praticamente in frazioni di secondi e risulta difficile da essere notato, vista la sarabanda di persone intente a bere, chiacchierare e trascorrere momenti di pura spensieratezza. Stato d’animo a cui contribuisce anche l’hashish, la sostanza stupefacente ‘regina’ pure del centro storico, dove si contende il primato con la marijuana, con la cocaina che scala rapidamente le classifiche di gradimento dei giovani che sono soliti frequentare piazza San Domenico e piazza del Gesù, dove un tempo regnava incontrastata l’erba. 

Un business, quello della droga, che ogni settimana fa registrare cifre astronomiche e che potrebbe aver infastidito (per usare un eufemismo) i clan storici della zona, quartiere spaccato in due fazioni criminali: Il territorio dei quartieri Mergellina e Chiaia apparirebbe condiviso dai clan PiccirilloFrizzieroCirella e StrazzulloInnocenti, i primi padroni della ‘Torretta’, gli altri a capo degli affari illeciti di Chiaia, come sottolineato tra l’altro nell’ultima relazione della Direzione investigativa antimafia.  

Ci sarebbe la regia della camorra dietro la ‘stesa’ avvenuta venerdì sera tra via Vincenzo Cuoco e via Carducci: dieci colpi di pistola esplosi a salve per indurre le forze dell’ordine ad puntare i riflettori sulla zona. L’obiettivo? Dare fastidio a chi, arbitrariamente, ha deciso di invadere il fortino delle famiglie malavitose che da decenni controllano il quartiere per antonomasia del by night napoletano.

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