L’infettivologo Sardo: “Il Covid è dieci volte più contagioso”

Massimo Sardo

CASERTA – L’emergenza sanitaria, purtroppo, non è ancora un ricordo lontano. Il Covid-19 sembra non arretrare la sua corsa, come dimostrano i dati di contagio degli ultimi giorni. Il personale ospedaliero, in particolare medici ed infermieri, continuano a combattere questa battaglia in prima linea. Il dottor Massimo Sardo, di Pozzuoli, è dirigente medico ed infettivologo presso l’ospedale Cotugno di Napoli.

Da due anni combattiamo con questo virus. Con il vaccino l’emergenza sembrava superata, almeno in parte. Si può parlare, secondo lei, di quarta ondata?

Esiste, assolutamente. L’ospedale Cotugno è diviso in due parti. Abbiamo quattro reparti Covid e quattro non Covid. Ad inizio settembre avevamo pochi casi Covid, circa 6/7 per reparto. Attualmente, invece, ne abbiamo 17/18 per reparto, nei quattro dedicati al Covid. Probabilmente, se dovesse esserci un ulteriore aumento dei casi a dicembre, come lasciano intendere tutti gli indizi, l’intero ospedale potrebbe essere adibito ancora una volta al Covid. E’ un’ipotesi plausibile perché il Coronavirus, durante la stagione invernale, si replica e contagia più facilmente. Il virus che circola, attualmente, è da due a dieci volte più contagioso di quello che avevamo l’anno scorso. Ci sono ancora sette milioni di italiani non vaccinati. C’è molta più vita al chiuso ed è più facile la contagiosità del virus. Tutti questi elementi, messi assieme, ci fanno pensare che potrebbe aumentare la percentuale dei pazienti. In Italia abbiamo un tasso di positività ai tamponi del 2% ed in Campania abbiamo già superato il 3%. Già siamo nella quarta ondata, anche se non abbiamo raggiunto ancora il picco.

Come va combattuto questo virus?

La somministrazione della terza dose è fondamentale perché, dopo sei mesi dal vaccino, c’è una riduzione della protezione di almeno il 50%. E’ molto importante fare la terza dose, ma soprattutto far vaccinare chi ancora non ha fatto la prima. Solo con questi due elementi sarà possibile ridurre l’impatto della seconda ondata. Resta indispensabile l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale.

E’ vero che la maggior parte degli ospedalizzati sono soggetti non vaccinati?

Non esiste un vaccino capace di proteggere al 100%. E’ importante dire che la maggior parte delle persone vaccinate, che vengono in ospedale, sono in reparti di degenza ordinaria e hanno patologie di bassa intensità dal punto di vista clinico. Il 95% dei casi delle persone che si trovano in terapia intensiva e sub-intensiva sono, invece, non vaccinati.

Vuole lanciare un messaggio?

L’unica arma di difesa è il vaccino. Il tampone è la fotografia solo del momento.

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