NAPOLI – L’inquinamento generato dalle navi da crociera rappresenta un grave problema ambientale in Italia. Secondo il recente rapporto di Transport & Environment, il Belpaese è la nazione più inquinata d’Europa dalle emissioni delle imbarcazioni di lusso, fattore che determina un rischio per per la salute delle città portuali e dell’intero ecosistema marino.
Il rapporto evidenzia che le emissioni atmosferiche delle navi da crociera sono tornate ai livelli pre-pandemici, nonostante l’introduzione di limiti più severi sulla concentrazione di zolfo nei carburanti imposti dall’Organizzazione marittima internazionale dell’Onu nel 2020. Lo scorso anno, le 218 navi da crociera europee hanno emesso più ossidi di zolfo (SOx) di un miliardo di automobili, ovvero 4,4 volte più delle auto presenti in tutto il continente.
Rispetto al 2019, si è registrato un aumento del numero di navi da crociera, del tempo trascorso nei porti e del consumo di carburante, con un incremento delle emissioni di tre inquinanti atmosferici altamente tossici: il SOx con un incremento del 9%, il NOx con un aumento dell’18% e il PM 2.5, aumentato del 25%.
I porti
Nel 2022, il porto più inquinato d’Europa è stato quello di Barcellona, seguito da Civitavecchia e dal porto ateniese del Pireo.
A Civitavecchia, ad esempio, le navi da crociera hanno emesso oltre 16 tonnellate di ossidi di zolfo, quasi 40 volte la quantità emessa dalle auto immatricolate nella cittadina laziale. Altre città italiane che compaiono nella classifica europea dei porti più colpiti dalle emissioni di SOx sono Napoli (11ª posizione), Genova (13ª posizione) e Livorno (16ª posizione).
Non solo cattive notizie. La protagonista di quella buona è Venezia, che ha fatto progressi significativi nell’affrontare l’inquinamento delle crociere. Dopo essere stata la città portuale più inquinata nel 2019, è scesa al 41º posto nel corso dell’anno scorso. Questo è il risultato delle misure adottate per limitare l’accesso delle navi da crociera alla laguna e per promuovere un turismo più sostenibile.
L’importanza dell’elettrico
L’inquinamento atmosferico derivante dalle navi da crociera rappresenta una sfida critica per l’Italia. È necessario che le autorità locali e nazionali collaborino con l’industria delle crociere per ridurre le emissioni nocive e promuovere pratiche più sostenibili. L’adozione di tecnologie più pulite e l’uso di carburanti a basso contenuto di zolfo possono contribuire a mitigare l’impatto ambientale di queste imbarcazioni. T&E sottolinea l’importanza di elettrificare i porti per ridurre l’inquinamento e proteggere la salute pubblica.
L’Italia, nonostante i progressi a Venezia, ha superato la Spagna come il Paese europeo più inquinato dalle navi da crociera. La Norvegia, invece, sebbene abbia registrato il maggior traffico di crociere in termini di ore di presenza nelle sue acque, si è classificata al quarto posto nella classifica degli inquinanti atmosferici delle navi da crociera.
Andrea Boraschi, direttore di T&E Italia, ha commentato l’attuale situazione affermando che la pandemia ha offerto un breve periodo di sollievo alle città portuali, ma ora è giunto il momento di affrontare con decisione il problema dell’inquinamento atmosferico prodotto dalle navi da crociera. Boraschi ha elogiato l’esempio di Venezia nel dimostrare che è possibile contrastare l’inquinamento delle crociere, ma ha aggiunto che i divieti non rappresentano l’unica soluzione. I porti possono svolgere un ruolo fondamentale nel ridurre significativamente i livelli di inquinamento richiedendo alle navi di collegarsi all’elettricità durante la permanenza in porto, evitando così l’utilizzo dei motori tradizionali.
Gli operatori
Per quanto riguarda gli operatori, MSC Crociere si conferma come uno dei più inquinanti, con le sue navi che emettono una quantità di ossidi di zolfo (SOx) quasi uguale a quella di tutti i veicoli passeggeri in Europa. Se consideriamo tutte le società controllate, invece, è il gruppo Carnival a risultare il più inquinante nel settore delle crociere.
Il gas naturale
Alcuni colossi del settore, tra cui proprio MSC, stanno cercando di affrontare il problema investendo nel gas naturale liquefatto (LNG) come alternativa più pulita al petrolio. Attualmente, oltre il 40% delle nuove navi da crociera ordinate ai cantieri navali nel mondo sarà dotato di motori a doppia alimentazione a GNL. Queste navi possono ridurre l’inquinamento atmosferico locale, ma presentano gravi impatti climatici a causa delle emissioni di metano dai loro motori. Il metano è un gas che contribuisce in modo significativo all’effetto serra ed è più di 80 volte più dannoso del biossido di carbonio (CO2).
Un esempio significativo è rappresentato dalla nave MS Iona di P&O, che ha emesso una quantità di metano pari a quella prodotta da ben 10.500 mucche in un solo anno. Secondo Andrea Boraschi, direttore di T&E Italia, passare dal petrolio al gas non rappresenta una vera soluzione. Sebbene possa contribuire a ridurre l’inquinamento atmosferico a livello locale, dal punto di vista climatico è terribile a causa delle emissioni di metano. Ciò significa che si sta sostituendo una crisi legata alla qualità dell’aria con una crisi climatica, entrambe insostenibili. È importante comprendere che, sebbene l’utilizzo del gas naturale liquefatto possa sembrare una scelta migliore rispetto al petrolio, non rappresenta una soluzione duratura per l’industria delle crociere. È necessario puntare verso alternative più sostenibili, come l’elettrificazione dei porti e l’adozione di carburanti a emissioni zero. Solo attraverso tali azioni sarà possibile affrontare efficacemente i problemi dell’inquinamento atmosferico e dei cambiamenti climatici causati dal settore delle crociere, garantendo un futuro più pulito e sostenibile per tutti.
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