Livorno, yacht pagato con società di comodo: sequestrati beni a una coppia

Secondo quanto sarebbe emerso dalle indagini, il lussuoso yacht e il suo equipaggio sarebbe stato per quattro anni a disposizione della coppia di imprenditori

Foto LaPresse - Claudio Furlan

LIVORNO – I militari della guardia di finanza di Livorno hanno sequestrato beni e conti correnti a una coppia di imprenditori, marito e moglie, gestori di una gioielleria, che utilizzavano uno yacht di lusso che avrebbero affittato intestando il contratto a una società di comodo. Il gip del tribunale di Livorno, Marco Sacquegna, ha emesso un decreto di sequestro preventivo per equivalente sino a concorrenza del valore di 162 mila euro. Ossia l’importo evaso nel 2016 dall’imprenditrice (socia di maggioranza al 90% della società ritenuta di comodo). La donna è stata denunciata per dichiarazione infedele. Per il solo 2016, il maggior reddito contestato in capo all’imprenditrice è stato di oltre 378 mila euro.

Le indagini

Secondo quanto sarebbe emerso dalle indagini, il lussuoso yacht e il suo equipaggio sarebbe stato per quattro anni a disposizione della coppia di imprenditori. Il Nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Livorno ha quantificato che i due imprenditori avrebbero dovuto sostenere una spesa di un milione di euro per disporre dell’imbarcazione dal 2013 al 2016. Per noleggiare lo yacht di 24 metri con motori da 3.000 cavalli è necessario un esborso di 35.000 euro la settimana.

Pagano lo yacht con società di comodo

Non sono stati i due però a spendere il denaro per beneficiare dello yacht, spiegano i finanzieri, pur avendone la pressoché esclusiva disponibilità. Il contratto di leasing era stato sottoscritto da una società di capitali a loro riconducibile. Una società di comodo, hanno ricostruito le fiamme gialle, caratterizzata da una gestione in perdita e costituita, secondo gli inquirenti, per celare la manifestazione di ricchezza e ottenere indebiti vantaggi tributari. E’ così che i finanzieri hanno quantificato il valore della prestazione resa dalla società ‘interposta’ nei confronti dei soci per ogni annualità. Valore che corrisponde al reddito ‘in natura’ che i due imprenditori avrebbero dovuto dichiarare in ragione della disponibilità del natante.

(LaPresse)

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