M5S, un tormento dietro l’altro: adesso tocca alla Raggi

Pentastellati spaccati sulla possibilità di togliere il simbolo al sindaco di Roma

ROMA – La giunta di Virginia Raggi rischia di perdere il simbolo (e con esso l’appoggio) del Movimento 5 Stelle: è questa l’ipotesi choc ventilata all’interno del partito. Il terremoto che ha investito il Campidoglio dopo l’arresto di Marcello De Vito scuote le fondamenta della fiducia che la ‘base’ del Movimento nutre nella sindaca di Roma. “Tira un brutta aria là fuori” avrebbe detto De Vito dal carcere di Regine Coeli alla deputata del Pd Patrizia Prestipino. Una situazione insostenibile per i 5 Stelle, che nei sondaggi precipitano in favore di Pd e Lega. “Al primo dubbio, nesusn dubbio” diceva Gianroberto Casaleggio. Ma i dubbi dei pentastellati non fanno che aumentare. Di Maio invece, come già nel 2016, fa scudo intorno alla sindaca.

Di Maio alza gli scudi sulla Raggi: “Non vedo un caso Roma, vedo il caso De Vito”

“La giunta Raggi deve andare avanti, ha una missione difficilissima: mettere a posto la città di Roma” sono le parole con cui il ministro Luigi Di Maio si alza in difesa della sindaca. Il messaggio è fin troppo chiaro. “Il fine giustifica i mezzi” sembra affermare Di Maio. Poco importa delle storture trovate lungo il percorso. La responsabilità, per i vertici grillini, scende sempre verso il basso. Una ‘legge di gravità’ imprescindibile: chi sta al di sopra nulla sa di ciò che avviene al di sotto. “Non vedo un caso Roma, vedo solo il caso De Vito, che già non fa più parte del movimento, trenta secondi dopo che l’abbiamo saputo” sono le ultima parole del ministro.

Il precedente del 2016: Grillo chiamato in causa per lo scandalo Raffaele Marra

Non è la prima volta che si parla di togliere il simbolo alla Raggi. Già nel 2016 se ne parlò. Scontrini, diarie, faide interne e, soprattutto, il nome di Raffaele Marra al centro delle cronache capitoline: una situazione insostenibile per i 5 Stelle, che chiamarono in causa il ‘padre fondatore’ Beppe Grillo. A prendere le parti della sindaca di Roma Luigi Di Maio, che la difendeva pubblicamente: “Stanno provando in tutti i modi a farci crollare. Raggi ha tutta la nostra fiducia. Non cederemo di un millimetro”. Proclami altisonanti che però, già all’epoca, non tenevano conto della base elettorale, delusa dal vedere i ‘rinnovatori’ commettere gli stessi errori della vecchia amministrazione.

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