Mafia: arrestato a Catanzaro il boss latitante Cosimo Gallace

Alle prime ore del mattino, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Catanzaro, insieme al Gis supportato dai carabinieri dallo Squadrone Eliportato “Cacciatori Calabria”, hanno arrestato il latitante Cosimo Damiano Gallace

Foto Foto Ufficio Stampa Carabinieri/LaPresse 15-04 - 2019 Roma, Italia Cronaca Roma, Operazione Gramigna Bis - ALTRI ARRESTI PER ALCUNI APPARTENENTI AL CLAN CASAMONICA. ESEGUITE 23 MISURE CAUTELARI E SEQUESTRATI DIVERSI BENI Nella foto: Le fasi del blitz DISTRIBUTION FREE OF CHARGE - NOT FOR SALE

CATANZARO – Alle prime ore del mattino, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Catanzaro, insieme al Gis supportato dai carabinieri dallo Squadrone Eliportato “Cacciatori Calabria”, hanno arrestato il latitante Cosimo Damiano Gallace. Lo comunica una nota dei carabinieri di Catanzaro

Classe 1961, ricercato da un anno perché condannato a scontare una pena di 14 anni di carcere per associazione di tipo mafioso, Gallace era ormai divenuto reggente dell’omonima ‘ndrina. L’uomo si nascondeva a Isca sullo Ionio, provincia di Catanzaro, in un appartamento ricavato in uno stabile con annessa cava di inerti di una locale ditta di produzione di calcestruzzo.

Al momento dell’intervento, il latitante non veniva subito rintracciato in casa, sebbene fossero presenti la compagna 34enne e la figlia di soli 4 anni che riposavano in camera da letto. La presenza del ricercato all’interno dell’abitazione veniva però considerata certa proprio per la presenza del suo nucleo familiare a quell’ora e in quel luogo lontano dalla residenza abituale di Guardavalle.

Gallace, dopo una lunga perquisizione, veniva trovato all’interno di in un bunker provvisto di accesso celato da una falsa parete posta sotto una specchiera proprio in camera da letto, spiegano i carabinieri. La porta del nascondiglio, collegata a un congegno meccanico, poteva essere aperta esclusivamente ruotando uno dei tre pomelli, quello centrale, di un adiacente attaccapanni a muro.

Nel corso della perquisizione, sono stati rinvenuti e sequestrati un trolley contenente circa 35.000 euro in contanti, un tablet, nove telefoni cellulari di cui due danneggiati dall’interessato prima di essere scoperto nel bunker, varie sim non ancora attive e l’hard disk dell’impianto di videosorveglianza con monitor affianco alla tv in sala da pranzo per controllare 24 ore su 24 l’area esterna all’abitazione, tra l’altro dotata di allarme e di cane da guardia di grossa taglia.

Gallace, boss dell’omonima ‘ndrina di Guardavalle con articolazioni ad Anzio (Roma), Nettuno (Roma), in Lombardia, Piemonte e Toscana era ricercato dal 25 novembre 2020 per l’esecuzione di un ordine di carcerazione, emesso dalla Corte d’Appello di Roma, in quanto condannato a 14 anni di reclusione per “associazione di tipo mafioso” e “associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti”.

Inoltre, a carico di Gallace pendeva anche un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa il 15 marzo 2021 dal Gip del Tribunale di Catanzaro e al momento della cattura notificata all’interessato, per indagini coordinate dalla locale Dda sempre con riferimento al reato di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. Per aver preso parte alla cosiddetta “strage di Guardavalle”, Gallace ha scontato complessivamente, a partire dai primi anni ’90, più di vent’anni di carcere.

(LaPresse)

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