Mafia e pallone. Affiliato al clan Pagliuca fotografato mentre abbraccia un dirigente della squadra di calcio del Mondragone

Il mafioso tornato in città dopo aver trascorso 11 anni in carcere. Per l’ex vicesindaco Zoccola questo scatto e i contatti tra la mala mondragonese e gli Zagaria dopo la rissa sono ‘campanelli d’allarme’

Un frame della partita finita in rissa tra il Casapesenna e il Mondragone City

MONDRAGONE – “Un silenzio che fa paura”: è Benedetto Zoccola, ex vicesindaco, a sottolineare l’assenza di reazioni da parte della società del Mondragone City alla notizia che esponenti del clan Pagliuca, dopo la rissa scoppiata il 4 maggio scorso durante il match di calcio contro il Casapesenna, si sono preoccupati di avvicinare personaggi connessi al gruppo mafioso degli Zagaria. Un contatto voluto dalla cosca del Litorale per chiarire quanto accaduto nel corso della partita di play-off di Prima categoria (persa a tavolino, così ha deciso il giudice sportivo, proprio dal Mondragone). Un contatto che va pericolosamente a tracciare la potenziale ingerenza della criminalità organizzata nel mondo del pallone.
L’azione degli affiliati al gruppo Pagliuca, a quanto ci risulta, si è concretizzata senza alcun ‘mandato’ da parte della società di calcio del Litorale (e anche gli zagariani avrebbero parlato in autonomia, senza coinvolgere il team dell’Agro aversano). Ma oggi siamo in grado di pubblicare un nuovo elemento che va a documentare come soggetti non estranei alla mafia mondragonese tentino di far breccia nel locale sistema sportivo. Siamo venuti in possesso di una foto che immortala un affiliato proprio al gruppo Pagliuca mentre si abbraccia a un esponente della società del Mondragone City (foto scattata molto tempo prima alla rissa a Casapesenna).

Il dirigente della società di calcio che abbraccia (episodio sconnesso dalla zuffa) un condannato per mafia ed estorsione (nel cerchio rosso)

Il protagonista dello scatto ha rimesso recentemente piede in città dopo aver trascorso in cella circa 11 anni (è stato giudicato colpevole di associazione mafiosa ed estorsione). La speranza è che ora abbia troncato con il mondo criminale, che si sia messo alle spalle le logiche malavitose (e in questo caso, i suoi abbracci non richiameranno più l’attenzione dei media). Ma se così non fosse, se dovesse essere, invece, ancora vicino alla criminalità organizzata, oggi risulterebbe essere uno degli esponenti di vertice del clan Pagliuca liberi di circolare sul territorio.

In attesa di capire quale è il corso che questo soggetto ha scelto per la sua nuova vita fuori dal carcere (auspichiamo che intervenga pubblicamente e che gridi che la mafia di cui ha fatto parte è ‘una montagna di merda’), preso atto del suo storico peso criminale che inevitabilmente lo accompagna, il suo tentativo di avvicinarsi a persone legate alla società del Mondragone City appare potenzialmente pericoloso. Ed è un pericolo che rischia di trovare riscontri se, anche indirettamente, va connesso all’attivismo manifestato da altri affiliati ai Pagliuca nel recarsi a Casapesenna per ‘chiarire’ con gli Zagaria la rissa scoppiata sul campo da gioco. Sono campanelli d’allarme che non vanno ignorati.

A bocce ferme, l’abbraccio di un condannato per mafia con un dirigente sportivo non dimostra nulla (e la società del Mondragone, ribadiamolo, per quanto ci risulta, è estranea a contesti mafiosi). Ma in questo gesto c’è un’intrinseca potenzialità nefasta che non può essere ignorata, ma, anzi, che deve essere esplorata.

“Ed invece in città sembra esserci la tragica tendenza a far finta di nulla. Dopo la notizia pubblicata da Cronache sui contatti tra i Pagliuca e gli Zagaria, la società di calcio – ha dichiarato Zoccola, che da anni vive sotto scorta per i tentativi della mafia mondragonese di eliminarlo – avrebbe dovuto farsi sentire, condannare questi gesti e prendere le distanze da quegli ambienti. Mi aspettavo che intervenisse anche l’amministrazione locale. Chi guida una città ha il dovere di farsi sentire su temi del genere, soprattutto in territori dove tra lo Stato e la criminalità organizzata è in corso uno scontro costante. Il fatto che uno dei Pagliuca si rechi sul campo da calcio e abbracci un uomo della società, a mio avviso, è un segnale pericoloso. Eventuali ingerenze della cosca nel mondo dello sport – ha concluso Zoccola – vanno arginate subito”.

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