Mafia, spari contro auto Don Coluccia. Sindaco Verona: “Solidarietà”

Don Coluccia era stato a Verona lo scorso marzo, assieme a don Renzo Zocca, per incontrare l’amministrazione comunale e organizzare il convegno per la sicurezza e legalità che si è poi tenuto in Gran Guardia, nel mese di giugno.

Foto Lapresse / Stefano Cavicchi

MILANO  – “Un atto intimidatorio che non può passare sotto silenzio. A nome della città di Verona vogliamo esprimere a don Antonio, che abbiamo avuto la fortuna di conoscere personalmente, tutta la nostra vicinanza e solidarietà. Ciò per l’orribile gesto di cui è stato vittima. Come amministratori, condividiamo il suo impegno per la legalità ma anche l’attività di sensibilizzazione tra i giovani e nelle scuole. La lotta alla malavita e alla criminalità che il sacerdote porta avanti da anni con grande determinazione, tanto da vivere sottoscorta, è anche la nostra”. E’ il commento del sindaco di Verona Federico Sboarina e dell’assessore alla Sicurezza Daniele Polato alla notizia degli spari esplosi contro l’auto di don Coluccia. Questa parcheggiata a Specchia (provincia di Lecce), nelle vicinanze della casa dei genitori del sacerdote antimafia.

le parole di solidarietà

Don Coluccia era stato a Verona lo scorso marzo, assieme a don Renzo Zocca, per incontrare l’amministrazione comunale e organizzare il convegno per la sicurezza e legalità che si è poi tenuto in Gran Guardia, nel mese di giugno. “Siamo certi che questo vile gesto, che trova da parte nostra una ferma condanna, non fermerà don Antonio, che continuerà ad operare per la giustizia, portando avanti importanti battaglie come ha fatto finora. Una lotta, quella alla malavita e alla mafia, che non è solo la sua, o di pochi altri, ma che deve essere di tutti. Abbiamo il dovere, infatti, di tenere alto il presidio della legalità, per la sicurezza del nostro territorio, dei nostri giovani, delle nostre imprese. E questo è possibile solo se c’è il massimo impegno da parte di tutte le istituzioni nella lotta alla malavita e alle possibili infiltrazioni criminali nel tessuto locale”, concludono.

LaPresse

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