BOLOGNA (LaPresse) – Anche in Emilia-Romagna l’ondata di maltempo ha causato ingenti danni, ai privati cittadini, alle imprese, in agricoltura e acquacoltura. Colpendo in particolare le aree collinari e montane centro-occidentali e la costa.
Emilia Romagna, Bonaccini chiede lo stato d’emergenza
“Domani firmerò la richiesta di stato di emergenza nazionale – afferma il governatore, Stefano Bonaccini -. Già ora, solo per la parte pubblica e senza considerare la costa, stimiamo danni per diversi milioni di euro. Una cifra importante che purtroppo sarà destinata ad aumentare al termine della ricognizione subito avviata dall’Agenzia regionale di protezione civile e ancora in corso. L’attivazione dello stato di emergenza nazionale è una decisione necessaria. Che ci consentirà di dare copertura finanziaria agli interventi urgenti che abbiamo già disposto e a quelli ancora da eseguire. Tenuto conto anche della prevedibile evoluzione meteorologica stagionale. E per attivare il censimento dei danni puntuale”.
Solidarietà alle regioni più colpite
“Chiederemo al governo e al Parlamento – prosegue Bonaccini – di inserire l’Emilia-Romagna nei provvedimenti che saranno adottati in ambito nazionale per questa ondata di maltempo. Soprattutto per quanto riguarda i danni al settore privato, alle attività produttive, agricole e dell’acquacoltura. E in queste ore il nostro pensiero va alle regioni che stanno pagando il tributo più alto. In particolare la Sicilia e il Veneto con cui stiamo collaborando a Feltre, nel bellunese. Dove dal 30 ottobre un centinaio di volontari è impegnato a sostegno dei vigili del fuoco e delle amministrazioni per gestire l’emergenza”.
Gli eventi meteo-marini in Emilia-Romagna hanno causato danni nelle aree collinari e montane centro- occidentali e lungo la costa. Le piogge intense nei territori montani di Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Modena – 400-500 mm con picchi di 200 mm in poche ore sul fiume Taro – hanno provocato esondazioni di rii minori. Con danni alle opere idrauliche, alla viabilità comunale e provinciale.
Una regione sotto assedio
Il vento, con raffiche fino a 140 Km/ora ad esempio nel Comune di Bobbio nel piacentino, ha causato danni a edifici pubblici, scuole. A numerosi edifici privati, ad attività produttive e soprattutto al comparto agricolo e zootecnico.
Anche sul resto del territorio regionale il vento ha comportato la caduta di alberi e danni estesi all’agricoltura.
I danni causati dall’ondata di maltempo
Si sono registrate, nelle aree colpite, interruzioni anche prolungate della fornitura di energia elettrica per migliaia di utenze. Oggi completamente ripristinate. Il vento e la forte mareggiata hanno inoltre provocato danni ingenti al sistema di difesa della costa, alle strutture produttive. E, in particolare, al settore produttivo della acquacoltura. Inoltre, la piena in corso del fiume Po e le piene dei corsi d’acqua che sfociano nell’Adriatico settentrionale stanno trasportando notevoli quantità di materiale in mare, con conseguenti prevedibili rilevanti spiaggiamenti sulle coste e la necessità di recupero e smaltimento da parte dei Comuni.