Manovra, Cisl: fortemente sbilanciata su spesa corrente

"Per la Cisl la manovra è fortemente sbilanciata sulla spesa corrente. Soltanto la creazione di nuovo lavoro è la soluzione strutturale al sussidio temporaneo. La leva per crearlo sono gli investimenti pubblici e privati".

Foto Roberto Monaldo / LaPresse
Roma, 9 nov. (LaPresse) – “Per la Cisl la manovra è fortemente sbilanciata sulla spesa corrente. Soltanto la creazione di nuovo lavoro è la soluzione strutturale al sussidio temporaneo. La leva per crearlo sono gli investimenti pubblici e privati”. E’ quanto si legge nel parere del sindacato Cisl, depositato in commissione Bilancio di Camera e Senato, che stanno volgendo le audizioni sulla legge di Bilancio. “Le stime di crescita del Pil previste dal Governo non sono state validate dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB) e appaiono poco credibili per la UE e per le società di rating. E’ questa la ragione principale, assieme al ripetuto clima di scontro con l’UE, che ha determinato la crescita dello spread. Il pericolo concreto è che nonostante una minore spesa, la riaffermazione del dogma del 2,4%, ed il perdurare dello scontro in ambito Europeo mantenga lo spread ai livelli attuali o lo faccia crescere ulteriormente. Ottenendo così una minore spinta espansiva dal lato della spesa e tutti gli effetti negativi dall’aumento del costo del debito che la Banca d’Italia ha stimato per il 2019 in 5 miliardi di euro”.

e ancora

“Pesano le incognite ed il disordine dell’economia globale che risente dei dazi commerciali, delle tensioni valutarie, della riduzione degli scambi e degli investimenti. Inoltre dell’aumento dei costi delle materie prime energetiche” sottolinea il sindacato. Per la CISL “occorre rispondere al deficit di domanda interna con un mix di potenziamento degli investimenti e di politiche redistributive. Ciò a favore delle aree sociali medie e basse, lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati. Per questo occorre rafforzare il posizionamento competitivo del Paese investendo sulle politiche produttive. In specifico quelle industriali e in politiche di innovazione in grado di accrescere costantemente la produttività nel lungo periodo. È questa la strategia di cui l’Italia ha bisogno. Sopratutto per uscire da una stagnazione ormai ventennale, che il Governo dovrebbe mettere al centro della Legge di Stabilità 2019”.

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