ROMA – Manovra sotto tutela dell’Unione europea per il Governo. La procedura di infrazione è stata fermata (clicca qui per leggere) senza “cedere sui contenuti”, assicura il presidente del Consiglio Giuseppe Conte nella sua informativa al Senato. Ma si tratta di un accordo “non perfetto”, precisa il vicepresidente della commissione Ue Valdis Dombrovskis. Secondo il parlamentare europeo, “se le cose dovessero andar male possiamo tornare sulla questione a gennaio”. Questo perché non ci siano nuovi cambi di rotta rispetto alle misure addizionali trovate dall’Italia che “ammontano a 10,25 miliardi”. Dallo “0,8% della manovra iniziale italiana, il peggioramento strutturale è ora a zero”, ha insistito il commissario Pierre Moscovici. Questo accordo fra governo e Ue “dimostra che la Commissione non è nemica del popolo italiano come qualcuno voleva dipingerci”.
Conte: non abbiamo tradito i cittadini
“Abbiamo varato una manovra economica espansiva – ha rivendicato Conte – abbiamo raggiunto un punto di equilibrio sostenibile”. Inoltre, per il premier “non abbiamo tradito la fiducia che cittadini hanno riposto in noi e mai lo faremo finché saremo al governo”. Rivisto dunque il deficit, al 2,04% (con la previsione del Pil ribassata all’1% nel 2019) e i saldi, pari 10 miliardi e 254 milioni nel 2019, 12 miliardi e 242 milioni nel 2020, 15 miliardi e 997 milioni nel 2021. Riviste anche le clausole di salvaguardia Iva per il 2020 e il 2021.
Brunetta: reddito di cittadinanza ridotto a poca cosa
Critico Renato Brunetta, deputato e responsabile della politica economica di Forza Italia. “Come riconosciuto dallo stesso presidente del Consiglio, il via libera della Commissione è arrivato soltanto dopo che l’Italia ha riconosciuto che il tasso di crescita del Pil per il 2019 sarà pari soltanto al +1,0% e non al +1,5% come originariamente previsto dal Governo, riducendo fortemente, quindi, le ambiziose stime presentate a Bruxelles”. Le precauzioni imposte dell’Ue hanno poi ridotto le risorse a disposizione per il reddito di cittadinanza e la quota 100. Fra l’altro, queste misure “partiranno solo a fine marzo, per risparmiare altro denaro. Tra posticipazioni varie, limitazione della platea degli aventi diritto e ostacoli vari messi dal Governo per ottenere i sussidi, le due misure si sono ridotte ormai a poca cosa”.
I deputati 5 Stelle: promesse mantenute
Su toni ben diversi l’intervento dei deputati del MoVimento 5 Stelle in commissione Politiche Ue: “Grazie all’operato prezioso del premier Giuseppe Conte, l’Italia ha evitato la procedura di infrazione” senza intaccare “le due misure principali della legge di Bilancio, reddito di cittadinanza e quota 100. Il punto di equilibrio raggiunto con Bruxelles è frutto di un lavoro sapiente e tenace di questo Governo, che ancora una volta ha mantenuto le sue promesse”.