Manovra, i sindacati avvisano: “Risposte dal governo o mobilitazione”

Il nodo principale è il carico fiscale che grava sui redditi da lavoro dipendente e da pensioni, senza dimenticare la tutela delle infrastrutture in essere

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

ROMA – Risposte subito o sarà sciopero. Dieci giorni dopo il primo grande tavolo tra sindacati e governo, Cgil, Cisl, Uil chiedono il prima possibile un confronto sulla manovra, dove rimangono delle criticità. Non solo quota 100, ma in generale la concretezza dei provvedimenti della Legge di Bilancio che sarà licenziata entro il 31 dicembre.

Manovra, il confronto tra sindacati e governo

Serve “un confronto a partire dalle questioni fondamentali: creazione di lavoro, fisco, ciò che determina la prospettiva del paese – spiega la leader Cgil Susanna Camusso E’ necessaria l’apertura effettiva di un confronto con l’esecutivo. Se non ci saranno risposte cominceremo a domandarci come rispondere con la mobilitazione”.

Cisl e Uil aspettano risposte chiare dall’esecutivo

Più duro il collega della Uil Carmelo Barbagallo, che a margine agli esecutivi unitari dei principali sindacati avvisa: “Non ci faremo mettere nell’angolo. Teniamoci pronti”. Sullo sfondo c’è sempre la mobilitazione generale, anche perché, argomenta, prima si “bussa educatamente, poi bussiamo più forte, poi se nessuno risponde buttiamo giù la porta”.

La Cisl con Annamaria Furlan aspetta risposte su crescita, fisco, pensioni e riforma della pubblica amministrazione. Ma se questi incontri non ci saranno, è immaginabile una grande iniziativa nazionale “per far sentire la voce di tredici milioni di uomini e donne”. Proprio riguardo la Pa si apre un altro fronte nel rapporto tra sindacati ed esecutivo gialloverde.

Le dichiarazioni del premier Conte

Nel corso del suo intervento al Senato il premier Giuseppe Conte ha annunciato “un rinvio della presa di servizi degli assunti al 1 novembre 2019 ma limitato alle assunzioni derivanti dal turnover ordinario dell’anno precedente”. Notizia accolta non benissimo da Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa, che denunciano come il governo abbia fatto “molta propaganda sulle assunzioni nella pubblica amministrazione e ora, a dispetto di un ddl che ha voluto chiamare ‘concretezza’, fa un passo indietro negando se stesso”.

I sindacati sono pronti a mobilitarsi

Le sigle di settore sottolineano il segnale “grave” e si dicono anch’esse pronte alla mobilitazione a inizio 2019. Nell’incontro del 10 dicembre a Palazzo Chigi i sindacati hanno presentato al premier un documento per chiedere modifiche alla legge di Bilancio. Il nodo principale è il carico fiscale che grava sui redditi da lavoro dipendente e da pensioni, senza dimenticare la tutela delle infrastrutture in essere.

“Ho ascoltato con molta attenzione le loro istanze, le loro osservazioni ma anche alcuni apprezzamenti per le iniziative messe in campo dal Governo”, aveva assicurato Conte. Ora i corpi intermedi chiedono che si passi all’azione, evitando così di incrinare in maniera irrimediabile il dialogo tra le due parti.

(Lapresse/AWE/di Alessandro Banfo)

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