Manovra, nessun cambiamento nel documento e l’Europea sul piede di guerra. Il Carroccio: “Non usciamo dall’euro, ma se l’Ue vuole sanzionarci hanno capito male”

Il Ministro Tria ha inviato alla Commissione europea la versione rivista del Documento programmatico di Bilancio 2019.

Foto Roberto Monaldo / LaPresse in foto: Giuseppe Conte, Giovanni Tria, Alfonso Bonafede, Giancarlo Giorgetti

ROMA – Sulla manovra economica il governo scopre le carte: non sarà cambiato nulla del documento. Così si apre una vera e propria spaccatura fra l’Italia e l’Unione Europea. Quest’ultima, infatti, è pronta ad avviare la procedura di infrazione e a procedere all’invio di ispettori. Se il governo giallo-verde dovesse procedere sulla linea intrapresa finora potrebbero arrivare anche pesanti sanzioni.

Il Ministro Tria si esprime sulla manovra e scrive all’Unione Europea

Nella giornata di ieri il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giovanni Tria ha inviato alla Commissione europea la versione rivista del Documento Programmatico di Bilancio 2019. Esso è stato corredato da una lettera di accompagnamento per illustrarne il piano d’azione: “Il governo conferma l’impegno a mantenere i saldi di finanza pubblica entro la misura indicata nel documento di programmazione, rispettando le autorizzazioni parlamentari. In particolare, il livello del deficit al 2,4% del Pil per il 2019 sarà considerato un limite invalicabile. Per accelerare la riduzione del rapporto debito/pil e preservarlo dal rischio di eventuali shock macroeconomici, il governo ha deciso di innalzare all’1% del Pil per il 2019 l’obiettivo di privatizzazione del patrimonio pubblico. Gli incassi costituiscono un margine di sicurezza”. Questa previsione farebbe sobbalzare i membri dell’esecutivo che potrebbero dare seguito alla procedura di infrazione con relative sanzioni.

La replica di Salvini: “Se proveranno a mettere sanzioni hanno capito male”

La replica di Matteo Salvini non si è fatta attendere. Il vicepresidente del Consiglio dei Ministri, infatti, ha fatto sapere di non essere intenzionato a fare un passo indietro. Di certo non è stato neppure intimorito dalla possibilità di sanzioni. “A Bruxelles continuano a mandare leletterine. Se proveranno a mettere sanzioni contro il popolo italiano, hanno capito male. Noi vogliamo difendere il diritto alla sicurezza, al lavoro e alla salute degli italiani e non usciamo dall’Europa. Faremo rispettare però i diritti della nostra nazione”.

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