Marcianise, Buttone a processo per tentato omicidio

Da sinistra, Salvatore e Claudio Buttone

MARCIANISE – Ha tentato di uccidere un meccanico colpendolo ripetutamente alla testa con una mazza di ferro: protagonista dell’aggressione, andata in scena lo scorso 18 maggio, sostiene il pubblico ministero Gionata Fiore, è Salvatore Buttone, 55enne, fratello del collaboratore di giustizia Claudio. L’uomo si era recato più volte presso l’officina dove lavorava la vittima per incontrarla. Al quinto tentativo la incrociò e, stando a quanto ricostruito dai carabinieri della stazione di Marcianise, diede sfogo alla violenza.

Una vicenda privata

A spingere il fratello del pentito ad aggredire il meccanico, a quanto pare, sarebbe stata una vicenda privata (questioni sentimentali). Risultato? Il meccanico rimediò una ferita alla testa suturata con 20 punti e Buttone ora dovrà affrontare un processo con l’accusa di tentato omicidio. Il pm Fiore ha chiesto ed ottenuto per lui il giudizio immediato (emesso dal gip Alessandra Grammatica). La prima udienza, salvo eventuale richieste di rito abbreviato che potrebbe avanzare l’imputato, difeso dall’avvocato Franco Liguori, prenderà il via a fine novembre, dinanzi alla terza sezione penale (collegio B). Buttone è accusato anche di maltrattamenti: avrebbe sottoposto una donna, dice la Procura, “a continue violenze, vessazioni  e prevaricazioni tali da farla vivere in un clima di costante terrore e cagionando perdurante stato di ansia e di paura”.

I precedenti

Salvatore è già noto alle cronache giudiziarie non solo per il suo legame di sangue con il pentito Claudio, ex affiliato del gruppo Belforte. Nel 2018 è stato condannato con sentenza definitiva per truffa. Nel 2011, invece, venne coinvolto in un’inchiesta, coordinata dalla Dda di Napoli, che svelò le richieste di pizzo da parte di persone ritenute contigue ai clan Mazzacane e Piccolo sulle affissioni dei manifesti elettorali. Vicenda che gli è costata una condanna a 8 anni di reclusione confermata nel 2016 dalla Cassazione.

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