Marcianise, minaccia il titolare di un’impresa: arrestato. Racket in nome del clan Verde

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MARCIANISE (Giuseppe Tallino e Domenico Cicalese) – Una richiesta di denaro accompagnata da minacce, il nome di un clan pronunciato come avvertimento e la pressione di chi agisce nella convinzione di poter incutere paura. È in questo contesto che si inserisce l’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, condotta dai carabinieri della Compagnia di Marcianise, che ha portato all’arresto di Mario Verde, 60 anni, di Sant’Antimo, accusato di tentata estorsione e violenza privata aggravate dal metodo mafioso.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’indagato – insieme a un complice ancora non identificato – avrebbe preso di mira un imprenditore edile impegnato nella costruzione di alcune abitazioni a Marcianise. A bordo di un’auto a noleggio, si sarebbe presentato nel cantiere dichiarando di appartenere al clan Verde (cosca attiva soprattutto nell’area di Sant’Antimo), intimando al titolare di fermare i lavori. Solo il pagamento di una somma di denaro, il cosiddetto ‘pizzo’, avrebbe consentito la ripresa delle attività.

L’episodio risale al novembre 2024. L’imprenditore sarebbe stato trattenuto per alcuni minuti nel cantiere. Verde, riferiscono gli investigatori coordinati dal capitano Daniele Petruccelli, avrebbe prolungato la permanenza della vittima per garantirsi una via di fuga dopo l’intimidazione. L’indagine dei militari dell’Arma ha portato, nelle scorse ore, all’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il 60enne. Gli inquirenti sospettano che il gesto non sia isolato e stanno verificando eventuali collegamenti con altri episodi estorsivi nella zona. Il nome del clan, usato per incutere timore, si inserisce in un quadro in cui la criminalità organizzata continua a tentare di condizionare l’economia locale.

L’episodio dimostra, inoltre, come la mafia agisca senza soluzione di continuità, sconfinando tra territori. Un gruppo attivo nell’area di Napoli Nord si muove senza ostacoli a Marcianise, dove da anni operano le cosche Belforte e Piccolo. Una dinamica che conferma quanto la criminalità sia sempre più liquida e pericolosa. Verde è da considerare innocente fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile.

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