Marco Bussetti: “La Buona Scuola non è una riforma da buttare del tutto”

Secondo il ministro "non c'è l'intenzione di stravolgere la riforma. Solo piccole variazioni"

Foto Lapresse - Matteo Corner
di Elisabetta Graziani

ROMA (LaPresse) – La Buona Scuola non è da buttare, parola del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti. Dopo che per mesi e anni i Cinquestelle si sono stracciati le vesti contro il decreto voluto dal governo Renzi, in una manciata di minuti Bussetti riabilita il provvedimento. Illustrando le linee del suo dicastero, il ministro spiega che “non c’è l’intenzione di stravolgere la riforma della Buona scuola”. Anche se i nodi di questi anni vanno “sciolti completamente”. Anche l’alternanza scuola-lavoro non è un esperimento “da archiviare”. Ma va corretta per liberare le potenzialità di uno strumento in cui il ministro dice di credere molto. Parole che non dispiacciono ai parlamentari Dem, pronti a rilanciarle nelle note ufficiali, ma che scontentano il sindacato. La Flc Cgil giudica “troppo timidi” i toni usati dal ministro, la riforma andrebbe infatti superata e non soltanto aggiustata qua e là.

Tra le novità annunciate nella relazione al Parlamento, in primo piano la revisione del sistema di reclutamento dei docenti con particolare attenzione per il problema dei trasferimenti, arrivati “a livelli non ulteriormente accettabili”. Pietra tombale invece sull’appoggio alle proteste dei diplomati magistrali contro la decisione del tribunale, per il ministro le sentenze “vanno rispettate senza eccezioni”. Anche quel caso come quello dei precari rappresenta un “tema delicato che va affrontato”.

Centrale per il ministro il ruolo degli insegnanti e del personale Ata, tanto che il Miur sta valutando se costituirsi parte civile nei processi contro gli episodi di violenza ai docenti

Per promuovere la ricerca Bussetti mira a creare una Agenzia nazionale. Per questo punta prima di tutto ad accaparrarsi una fetta di quei 100 miliardi messi a disposizione dal finanziamento quadro Ue Horizon Europe, arrivando a Bruxelles con una “posizione unica e autorevole”. E, in seconda battuta, a incentivare il partenariato pubblico-privato. Nelle linee programmatiche anche un piano pluriennale di investimenti per la sicurezza degli edifici scolastici.

‘Inclusione’ è la parola chiave che il ministro mette alla base del suo operato. Bussetti promette che darà piena attuazione a un altro provvedimento dei precedenti governi, quel ‘decreto inclusione’ del 2017 sulle norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità. “I diritti delle persone disabili devono essere totalmente garantiti. La scuola deve promuovere tutte le svariate intelligenze che i nostri ragazzi possiedono”.

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