NAPOLI – Difendersi dai raggi solari senza danneggiare la Terra. Siamo nel vivo della stagione balneare, le spiagge si affollano di bagnanti che devono fronteggiare gioie e dolori della tintarella. Proteggere la pelle è fondamentale, ma spesso si acquistano creme solari senza pensare ai danni che gli ingredienti contenuti al loro interno possono causare agli ecosistemi marini. Lo scorso anno la Thailandia ha bandito dalle spiagge le creme solari “dannose”: in tutti i parchi nazionali marini del Paese sono state vietate le creme che possono danneggiare i coralli. E non è un caso isolato. Nelle isole Hawaii la vendita di creme solari “dannose” è vietata già da tempo, così come alle Isole Palau, arcipelago che si trova tra il Giappone e l’Australia.
CORALLI ‘BIANCHI’
Giallo, arancione, rosso. Gli scintillanti e tipici colori della Grande Barriera Corallina sono prodotti da un’alga unicellulare che vive in simbiosi con i coralli, la “zooxantelle”. Questa alga non solo produce gli splendidi colori che vediamo nei fondali, ma rappresenta un’importante fonte di energia per i coralli (grazie al processo di fotosintesi).Quando si verificano cambiamenti nelle condizioni ambientali, come l’innalzamento delle temperature (causata dai cambiamenti climatici) o dei livelli di inquinamento, i coralli possono reagire espellendo questa alga simbiotica. Questo fa “sbiancare” i coralli, che assumono un colore bianco spettrale. Il corallo sbiancato, privo di quest’alga, non può più ottenere energia vitale dalla fotosintesi, ha difficoltà a riprodursi e nella maggior parte dei casi è destinato a morire.
INGREDIENTI DA EVITARE
Il filtro solare è una sostanza in grado di filtrare selettivamente la radiazione solare. E’ quindi un filtro in grado di separare per assorbimento, riflessione o diffusione parte dello spettro solare. Alcuni studi hanno evidenziato che nelle zone costiere e balneari dove la concentrazione di filtri solari nelle acque è più alta questi possono arrecare danni anche di lungo periodo al sistema acquatico. Oltre ai filtri solari sospettati di essere potenziali interferenti endocrino sono sotto osservazione anche i filtri come il biossido di titanio, per la attività fotocatalitica in grado di sviluppare perossido di idrogeno, mentre l’ossido di zinco è gravemente tossico per il sistema acquatico. Ossibenzone, octinoxate, 4-metilbenzilidene canfora o butilparabene sono ingredienti ritenuti dannosi per il mare. Le protezioni solari “tradizionali” danneggiano l’ecosistema acquatico perché contengono questi ingredienti.
I DANNI
Uno studio dell’Environmental Health Perpectives elenca le sostanze chimiche pericolose per le barriere coralline. In particolare gli ossidi di zinco e il biossido di titanio, contenuti nei filtri UV delle creme solari minacciano l’esistenza delle zooxanthellae, necessarie per la sopravvivenza e lo sviluppo dei coralli. Ma non solo le uniche specie in pericolo. Le sostanze chimiche per la protezione solare possono influenzare la vita marina delle alghe verdi, compromettendone la crescita e la fotosintesi, delle cozze, dei ricci di mare (danni al sistema immunitario e riproduttivo e deformazione giovani), dei pesci, (diminuzione della fertilità e della riproduzione e causare caratteristiche femminili nei maschi).
COME SCEGLIERE
Per prima cosa prediligiamo filtri organici e naturali che hanno superato il test di ecocompatibilità con certificazione ICEA e Vegan. Nessuna crema è immune dal fare danni al pianeta ma ci sono alcuni prodotti che sono più ecocompatibili. Meglio quelli con formulazione minerale composta da particelle di biossido di titanio e ossido di zinco, che riflettono i raggi UVA e UVB: di fatto impediscono ai raggi di penetrare. Per essere efficaci devono essere applicati più volte e hanno come inconveniente la formazione di una patina bianca dopo l’applicazione. Sono migliori le formule water resistant, ovvero non idrosolubili che si disperdono meno nell’ambiente. Altro aspetto da considerare è la formula: biodegradabile, con filtri solari minerali a bassi dosaggi, priva di microplastiche solide e liquide. Infine occhio al packaging che deve essere riciclato e riciclabile.
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