NAPOLI (Francesco Pari) – Il mare della Campania torna ad essere un tesoro straordinario. L’Arpa Campania riprende le attività di monitoraggio per assicurare una stagione estiva senza rischi. Lo stato di salute delle acque della nostra regione è eccellente. Ad inizio stagione balneare 2023, come per la scorsa annualità, si conferma il 97% di costa balneabile a fronte del restante 3% di costa non balneabile (circa 15 chilometri) perché risultata “scarsa” all’elaborazione statistica della classe di qualità. Resta esclusa dal conteggio la quota di litorale non destinata all’uso balneare, circa 60 chilometri, per la presenza di aree portuali, servitù militari, canali e foci di fiumi non risanabili, aree marino protette. Le attività di campionamento e controllo in mare vengono svolte dall’Agenzia con l’ausilio della flotta di sua proprietà, gestita e coordinata dalla UO Mare. Contestualmente Arpac provvederà alla valutazione, verifica, pubblicazione e trasmissione in tempo reale dei dati analitici ottenuti nel corso delle campagne di monitoraggio mensili. Su ciascuna delle 328 acque di balneazione (41 in provincia di Caserta, 148 in provincia di Napoli e 139 in quella di Salerno), fanno sapere da Arpa Campania, i Dipartimenti provinciali costieri eseguiranno, nel rispetto del calendario regionale, prelievi di acqua di mare in punti prefissati della rete laddove si prevede il maggior afflusso di bagnanti e in aree a presumibile rischio di inquinamento. Le acque risultate di qualità sufficiente, buona, eccellente e quelle di nuova classificazione sono da considerarsi balneabili a inizio stagione balneare, mentre sono non balneabili per l’intera stagione quelle classificate di qualità scarsa e sono poche: si tratta dell’area a sud del Garigliano, a Sessa Aurunca, della villa comunale di Castellammare di Stabia, del lido di Licola, della stazione Marina di Licola, dell’area del depuratore e del depuratore di Cuma a Pozzuoli, di Punta San Francesco a Sant’Agnello, della foce del Sarno a Torre Annunziata, di Pietrarsa a Napoli e alcune zone del Salernitano. “Come si evince dall’analisi della quota di acque adibite alla balneazione (circa 480 km) si registra l’88% di acque di qualità eccellenti parimenti alla scorsa stagione balneare, un aumento al 7% di acque “buone” rispetto al 5 % registrato nel 2022, il 2% di acque “sufficienti” rispetto al 4% riscontrato nel 2022 e sempre il 3% di acque di qualità scarsa e pertanto in divieto di balneazione ad inizio stagione balneare 2023. L’andamento migliorativo delle acque, che da sufficienti passano alla classe buona, risente con molta probabilità della diminuzione, rispetto all’annualità precedente, di fenomeni piovosi di elevata intensità che – anche se di breve durata – generalmente mettono in crisi il sistema fognario regionale, che non prevede la separazione delle acque pluviali da quelle fognarie. In tali casi succede che i cosiddetti “tubi di troppo pieno”, scaricando in mare le acque in eccesso dei tubi e collettori inondati dalle acque di pioggia di un forte temporale, possono veicolare in mare anche le acque di fogna che scorrono nelle suddette reti pluviali provocando eventuali fenomeni inquinanti”, fanno sapere ancora da Arpa Campania. Da segnalare che tra i tratti in cui le acque sono migliorate e ora considerate ‘buone’ ci sono, finalmente, il lungomare Caracciolo e Pineta Sud a Sessa Aurunca. “In termini di km di costa, ma non di percentuale, aumenta invece la quota di qualità scarsa, sono circa 15 km (pari a 16 acque) i tratti vietati rispetto ai circa 12 km del 2022. A consuntivo della stagione 2023, su un totale di circa 480 chilometri di costa adibita alla balneazione, si prevedono all’incirca 2500 prelievi e oltre 5000 determinazioni analitiche per la ricerca degli indicatori di contaminazione fecale (Escherichia coli ed Enterococchi intestinali). Dalle risultanze di tali analisi, in corso di stagione balneare, le acque dichiarate balneabili a inizio stagione potranno entrare in divieto temporaneo se dovessero superare i limiti di concentrazione previsti dalla normativa per i parametri determinanti la balneabilità. In caso di situazioni anomale ed evidenza di inquinamento si provvederà ad ulteriori indagini e sopralluoghi per individuare le eventuali cause di contaminazione e saranno effettuati campionamenti aggiuntivi per dimostrare il persistere o la cessazione dell’evento inquinante”, concludono gli esperti di Arpa Campania. Ora spetta alle istituzioni, agli imprenditori, alle associazioni, ai cittadini, proteggere e valorizzare un patrimonio straordinario dell’intera regione.
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