Mare sempre più caldo, natura in tilt

Foto © LaPresse - Greenpeace

NAPOLI – Estate e spiaggia. Un binomio perfetto per difendersi dalle alte temperature. La crisi climatica in atto, tuttavia, minaccia anche le nostre vacanze, le nostre abitudini di vita, assediando la natura che da sempre ci ospita. Basta immergersi nelle splendide acque del Mediterraneo per avere un assaggio di quella che il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha recentemente definito “l’era dell’ebollizione”. Le acque sono calde, caldissime, il bagno rinfrescante in mare è ormai un lontano ricordo. Questo stravolgimento climatico ha effetti devastanti anche sulla flora e sulla fauna marine, opprime il nostro pianeta che non riesce più a difendersi dalle conseguenze delle azioni antropiche.

Acqua bollente

L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) tramite la Rete mareografica nazionale (Rmn) fornisce i dati meteo marini dalle 36 stazioni uniformemente distribuite sul territorio nazionale ed ubicate prevalentemente all’interno delle strutture portuali. Se osserviamo i dati di luglio degli scorsi anni, rispetto ai valori registrati questo mese, la differenza è abissale. Il 1 luglio del 2021 a Gaeta la temperatura dell’acqua era di 23,6 °C, a Catania di 19,2 °C, a Venezia di 25,7 °C e a Napoli di 26,5 °C. Per l’intero mese la temperatura ha oscillato intorno a queste temperature: il minimo del mese è stato registrato proprio a Catania nel primo giorno del mese di luglio, la temperatura più alta è stata invece accertata a Venezia il 3 luglio con 27,5 °C.

Nuneri allarmanti

Passa un anno e già la situazione cambia molto: nello stesso periodo, ma nel 2022: il picco più alto è il 24 luglio a Venezia, con 28,5 °C (circa un grado in più rispetto all’anno precedente), quello più basso a Catania con 19,7 °C (mezzo grado in più) il primo giorno del mese. Le acque partenopee oscillano tra i 24,2 e i 27,9 °C, mentre quelle della vicina Gaeta tra i 23,3 e i 27,9 °C. Nel 2023 la situazione peggiora ulteriormente: stando ai dati finora disponibili il picco più basso del mese è a Catania il 1 luglio con 19,2 °C, quello più alto è a Gaeta il 24 luglio, quando la temperatura dell’acqua ha superato i 30 gradi (30,6 °C). Il picco partenopeo è di poco al di sotto, con i 29,5 °C raggiunti lunedì scorso. Di fatto in un anno la temperatura è aumentata di circa due gradi.

Effetti

Il report di “Mare Caldo” di Greenpeace ha confermato un aumento generalizzato delle temperature, con conseguenze evidenti sulla flora e sulla fauna del Mediterraneo e un’intensificazione degli eventi climatici estremi. Dal 2020 al 2022 è stato analizzato oltre un milione di dati di temperatura in nove aree di studio e sono stati osservati vari segnali riconducibili agli effetti del riscaldamento globale, con cambiamenti – con ogni probabilità irreversibili – in tutte le comunità di scogliera indagate. Durante la campagna di monitoraggio svolta a inizio giugno, nell’ambito del progetto Mare Caldo in collaborazione tra Greenpeace e DiSTAV (Università di Genova), sono stati realizzati rilevamenti in immersione subacquea nell’Area Marina Protetta di Capo Milazzo per la valutazione degli effetti dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi marini costieri. I risultati preliminari relativi al monitoraggio sulle morie di massa degli organismi bentonici evidenziano gli effetti negativi dell’innalzamento delle temperature in tutti i siti monitorati.

Gli organismi più colpiti

Gli organismi più colpiti sono stati le diverse specie di gorgonie, spesso ricoperte da mucillagine che in alcuni casi arriva a rivestirne il 40% della superficie, e con segni evidenti di necrosi che a seconda delle specie coinvolgono il 30-40% delle colonie; ancora, alghe corallinacee incrostanti che presentano segni di sbiancamento nel 20-40% dei casi; il madreporario Astroides calycularis, che in tre siti sui quattro monitorati registra un tasso di mortalità del 5-10%.. E’ emerso che vi è un numero sempre maggiore di specie termofile, adattate a un mare sempre più caldo, sia native sia aliene, vi sono organismi con segni evidenti ed estesi di necrosi e si registrano alti tassi di mortalità per diversi esemplari che popolano fondali tanto stupefacenti quanto fragili, esposti alle minacce delle attività antropiche e agli effetti della crisi climatica.
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