Roma (LaPresse) – Il presidente della Repubblica ellenica, Prokopis Pavlopoulos, ha scelto la data del 28 ottobre – un giorno di festa nazionale, tra i più significativi della storia greca – per invitare il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, in ricordo delle vittime di Cefalonia e Salonicco.
Una data non scelta a caso perché si tratta del giorno del NO!. Tutta la Grecia ricorda il 28 ottobre del 1940 quando, alle tre del mattino, il premier greco Ioannis Metaxas rispose ‘no’ all’ultimatum di Benito Mussolini. Presentatogli di persona dall’ambasciatore italiano Emanuele Grazzi, vvoleva occupare militarmente il Paese. Determinando così l’entrata in guerra della Grecia contro l’Asse.
Il secco rifiuto di Metaxas dette inizio ad una cruenta guerra tra Italiani e Greci. E’ durata otto mesi e combattuta nel gelido inverno dell’Epiro e dell’Albania del Sud, con circa 25.000 morti (quasi lo stesso numero di vittime da entrambe le parti), conclusa con la sconfitta degli italiani.
Dal 1946 quella data viene ricordata in ogni città greca. In coincidenza con la festa del santo patrono della città (san Demetrio), tradizionalmente, la parata militare ufficiale si svolge a Salonicco. Lì il presidente Pavlopoulos incontrerà alle 11 (ora locale) il presidente Mattarella.
In Grecia il 28 ottobre è una giornata di festa nazionale
Un incontro significativo, dall’ampio respiro istituzionale e storico, che pone anche un’ulteriore quanto importante pietra miliare verso la strada della pacificazione con il passato (e non della mera riappacificazione storica). Al fine di favorire una cooperazione, sempre più feconda, tra Grecia e Italia verso l’edificazione della grande casa comune europea.
Un incontro – quello tra i due presidenti – che proseguirà con la visita nelle due isole ionie. Nel settembre 1943, furono teatro di quello che è passato alla storia come l’Eccidio della Divisione Acqui a Cefalonia e a Corfù.
Settantacinque lunghi anni sono trascorsi dai tragici giorni del settembre 1943. Allorquando i soldati della Divisione Acqui di stanza a Corfù e a Cefalonia, furono barbaramente uccisi all’indomani dell’8 settembre. Rei di non aver consegnato le armi alle truppe tedesche che le reclamavano in segno di resa. Quei soldati – quei giovani soldati -, dissero no assieme ai loro ufficiali. Di fronte alla triplice alternativa posta loro dal comando tedesco, presente a Cefalonia, di continuare a combattere al fianco dei tedeschi. Di combattere contro i tedeschi o di cedere loro le armi. Scelsero unanimemente di onorare fino in fondo la divisa, la divisa italiana, che indossavano.
E posero in essere un’azione che l’allora presidente Carlo Azeglio Ciampi, il 1 marzo 2001, a Cefalonia, così definì rivolgendosi al Presidente della Repubblica Ellenica: “Decisero di non cedere le armi. Preferirono combattere e morire per la patria. Tennero fede al giuramento. La loro scelta consapevole fu il primo atto della Resistenza, di un’Italia libera dal fascismo”.
Gli italiani trucidati a Cefalonia si ribellarono agli obblighi dettati dai tedeschi
Parole, a cui fecero eco quelle del presidente emerito Giorgio Napolitano. Il 25 aprile 2007, ancora a Cefalonia, scelse simbolicamente di celebrare la Festa della Liberazione davanti al Monumento che ricorda il sacrificio dei militari della Divisione Acqui. Sottolineando che “è solo combinando in una visione più ampia tutti gli aspetti, civili e militari, della nostra presenza in difficili e impegnative aree di crisi, ed è rinnovando una solidarietà profonda tra popolo, Forze Armate e istituzioni democratiche, che noi possiamo raccogliere nel modo più degno l’eredità di dedizione e sacrificio degli uomini della Acqui. Ed onorare la memoria dei tanti di loro che caddero difendendo la dignità della Nazione italiana”.
A Cefalonia, il presidente Mattarella, accompagnato dal presidente Pavlopoulos, deporrà una corona d’alloro davanti al Monumento degli Italiani, alla presenza delle Autorità locali e di una delegazione dell’associazione nazionale Divisione Acqui. E successivamente terminerà la sua visita a Corfù con un ulteriore omaggio al Monumento dedicato ai Militari italiani uccisi nel drammatico settembre 1943. Sempre alla presenza delle Autorità locali e di una rappresentanza dell’associazione nazionale Divisione Acqui.