ROMA – “La schiavitù ha rappresentato una delle maggiori vergogne dell’umanità. Oggi, Giornata mondiale contro la tratta di esseri umani ci impone di ribadire la condanna e la battaglia contro ogni forma di schiavitù, vecchia e nuova”. Con queste parole austere e forti il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sottolineato uno dei più grandi drammi della nostra epoca. E quando si parla di schiavitù si parla automaticamente di migrazione e flussi migratori. “Il terreno agevole per queste nuove forme di schiavitù è il fenomeno migratorio“. Regolare, governare il flusso che spinge migliaia di persone ogni anno a scappare dalla miseria deve essere l’orizzonte anche dell’Europa. Lasciare ‘ingovernato’ un fenomeno di questa entità porta a risvolti drammatici. “Nessun Paese è immune da questa sistematica violazione della dignità umana“, ha aggiunto. nessuno deve avere “la tentazione di guardare altrove“.
Il monito di Mattarella
Non sono le politiche di chiusura l’oggetto della critica del Colle. Ma invece l’incapacità delle classi dirigenti dei singoli paesi e dell’Ue nel governare un fenomeno di portata biblica. “Sono circa 40 milioni le persone vittime“, di nuove ma non meno drammatiche schiavitù. “Numeri impressionanti che hanno spinto le Nazioni Unite ad adottare l’obiettivo di eliminare il traffico di esseri umani entro il 2030. Si tratta di degenerazioni della nostra società. Piaghe da eradicare con fermezza che interrogano le nostre coscienze e ci chiamano a una reazione morale, a una risposta adeguata con un maggiore impegno culturale e civile”, ha aggiunto Mattarella.
L’importanza della cooperazione internazionale
Le parole del Capo dello stato sottolineano l’importanza della cooperazione internazionale nel gestire il fenomeno migratorio. Tra i singoli Stati, a livello comunitario e tra organizzazioni. Ue, Onu e i singoli paesi dovrebbero mettere in campo soluzioni comuni al problema. Se prendiamo il caso europeo logiche di equilibri di potere precludono spesso e volentieri la strada per la cooperazione in favore di tornaconti particolari. Soprattutto, ed è un problema che tocca l’Italia, i paesi di prossimità, di frontiera, non possono da soli svolgere un compito che dovrebbe essere equamente affrontato da tutti. Troppo spesso si lasciano da sole quelle nazioni che per motivi geografici si trovano vicine alle terre da cui i migranti scappano.