Meghan fa causa al ‘Mail on Sunday’. Harry: “Attaccata come mia madre”

Il caso è stato affidato allo studio legale Schillings, che ha citato in giudizio sia il tabloid che l'editore Associated Newspapers per violazione della privacy e del diritto d'autore

Prince Harry and Meghan Markle

MILANO – Quando è troppo è troppo anche per un ragazzo posato e abituato ad avere gli occhi di stampa e tv sempre addosso come il principe Harry. A fare perdere le staffe al duca di Sussex è stato il tabloid britannico ‘Mail on Sunday’, denunciato dalla moglie Meghan per avere pubblicato una lettera privata. Dura, in questo caso, la reazione da parte del principe che ha subito preso le difese della consorte. Per lui vittima di “bullismo” da parte del tabloid.

La pubblicazione della lettera privata

In una lunga dichiarazione, pubblicata sul sito della coppia, il duca di Sussex ha dato sfogo ai suoi pensieri senza nascondere la difficoltà del momento. Inevitabile per lui in questo caso ripensare alla madre, la principessa Diana, morta in un incidente d’auto nel 1997 a Parigi, e spesso al centro delle rubriche di gossip. “La mia paura più profonda è che la storia si ripeta. Ho perso mia madre e ora guardo mia moglie cadere vittima delle stesse forze potenti”, confessa Harry. Aggiungendo di essere rimasto anche troppo tempo in silenzio.

Harry e Meghan fanno causa al ‘Mail on Sunday’

Al centro dell’azione legale intrapresa in via ufficiale da Meghan, una lettera che lei stessa avrebbe indirizzato a suo padre, Thomas Markle, “pubblicata illegalmente e in modo intenzionalmente distruttivo”, precisa Harry che accusa il tabloid di averne manipolato il contenuto. Omettendone alcuni paragrafi per ingannare i lettori. “Sfortunatamente – spiega Harry – mia moglie è diventata una delle ultime vittime di una stampa scandalistica che attacca alcune persone senza pensare alle conseguenze, una campagna spietata che si è intensificata nell’ultimo anno, durante la sua gravidanza e mentre cresceva il nostro bambino”.

Le accuse al tabloid inglese

Il caso è stato affidato allo studio legale Schillings, che ha citato in giudizio sia il tabloid che l’editore Associated Newspapers per violazione della privacy e del diritto d’autore. “C’è un costo umano per questa implacabile propaganda, in particolare quando è fatta in modo consapevolmente falso e malizioso”, accusa ancora il principe dicendo di avere bisogno di supporto da parte di tutti. Una cosa è certa: lui non è disposto a tirarsi indietro.

(LaPresse)

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