Mes, fumata grigia dopo il vertice a Palazzo Chigi: deciderà il Parlamento

All’incontro con il premier Conte, i ministri Roberto Gualtieri (Economia), Stefano Patuanelli (Mise) e i capi delegazione Luigi Di Maio (M5S), Dario Franceschini (Pd) e Roberto Speranza (LeU). Assente Italia Viva di Renzi

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse Nella foto Giuseppe Conte, Luigi Di Maio, Dario Franceschini

Fumata grigia a conclusione del vertice sul Mes a Palazzo Chigi. Ora deciderà il Parlamento. All’incontro con il premier Conte, i ministri Roberto Gualtieri (Economia), Stefano Patuanelli (Mise) e i capi delegazione Luigi Di Maio (M5S), Dario Franceschini (Pd) e Roberto Speranza (LeU). Assente Italia Viva di Renzi.

Decide il Parlamento

Il tavolo di confronto sul Mes, il Meccanismo europeo di stabilità (MES), detto anche Fondo salva-Stati durato oltre tre ore partorisce il topolino: il rinvio al Parlamento l’11 dicembre.

I nodi da sciogliere

Il primo è quello del rinvio al Parlamento: “Ogni decisione sul Mes – spiegano da Palazzo Chigi – diventerà definitiva solo dopo che il Parlamento si sarà pronunciato a partire dalle risoluzioni che saranno approvate l’11 dicembre, in occasione delle comunicazioni che il presidente del Consiglio renderà in vista del prossimo Consiglio Europeo”. Il secondo riguarda la riunione dell’Eurogruppo del 4 dicembre dove il governo dovrà affrontare il negoziato riguardante l’Unione Economica e Monetaria (completamento della riforma del Mes, strumento di bilancio per la competitività e la convergenza e definizione della road map sull’unione bancaria) seguendo una logica di pacchetto.

Le reazioni

“Il Parlamento è sovrano ed è un bene che si sia deciso di non dare nessuna luce verde fino a quando il parlamento non ne discuterà – spiega il Movimento di Di Maio –.  È il Parlamento che parla per primo. Per noi tante cose nell’Unione Economica e Monetaria vanno riviste”. Poi il Ministro degli Esteri aggiunge: “Come abbiamo detto nulla si deciderà finché non si arriverà in Parlamento quando il presidente del Consiglio verrà a riferire e si dovrà approvare una risoluzione. Per noi non esiste solo il Mes, ma la riforma va valutata nell’ambito di un pacchetto di riforme nelle quali c’è tanto da cambiare”. E conclude: “Noi non possiamo pensare di firmare al buio. Quando avremo letto tutto potremo valutare se convenga all’Italia, è sano non accelerare in maniera incauta e aspettare la fine dei negoziati su vari aspetti”.
Il partito di Renzi non si è presentato ieri sera a Palazzo Chigi. Il motivo? Lo ha spiegato lo stesso Renzi: “Il presidente di Italia Viva Rosato ha spiegato al presidente Conte che, visto che il nuovo litigio della maggioranza è sul Mes e noi siamo i pacificatori, che non abbiamo nulla su cui litigare, se la vedessero tra loro”.
“Bene l’incontro di sul Mes – ha detto il ministro Franceschini – nessuna richiesta di rinvio all’Ue ma un mandato che rafforza il ministro Gualtieri a trattare al meglio l’accordo sul tavolo europeo già dal 4 dicembre. Ovviamente sarà poi il Parlamento a pronunciarsi definitivamente sulle decisioni assunte”.

L’opposizione accusa

“Cosa mi aspetto da Conte sul Mes? – dice il leader leghista, Matteo Salvini – La verità. Il nuovo Mes sarebbe un danno enorme per l’Italia e gli italiani. Sul Mes mi auguro che il M5S non cambi idea per salvare qualche poltrona visto che l’hanno sempre pensata come noi”. E Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia aggiunge: “Se Di Maio ha un minimo di dignità che gli rimane in corpo non dovrebbe fare proclami ma ha i numeri in aula per far cadere il Governo, è lui a decidere. Di Maio basta proclami, una volta tanto prendi una decisione seria”.

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