Migranti, Conte minaccia il veto sull’accordo e costringe Macron alla mediazione

Il Premier non si è smosso dalla posizione. La Francia cede: "Sì alla distinzione dei richiedenti asilo"

LP - AFP PHOTO / Matthew Mirabelli

ROMA – Caos migranti, Giuseppe Conte punta i piedi e blocca il documento conclusivo del vertice europeo. Tanto che, alla consueta conferenza stampa che i presidenti del Consiglio Ue e della Commissione tengono alla fine della prima sessione dei lavori, non si presenta nessuno. “La minaccia di porre il veto – fanno trapelare fonti italiane – non è un bluff”. Una presa di posizione forte che, pur mandando su tutte le furie Emmanuel Macron, lo obbliga a mediare e a sottoscrivere una bozza di accordo. Il documento, stando a quanto si apprende, impegna i Paesi europei a farsi carico dei migranti salvati in mare e smistati nei centri controllati creati dagli Stati membri.

Conte non si smuove

“Oggi tocchiamo con mano se la solidarietà europea esiste o no”. Prima che inizi il vertice, Conte ci tiene a metterlo bene in chiaro. “Noi, compromessi al ribasso, non li accettiamo”, aggiunge. In sintesi: la stagione targata piddì, che presta il fianco ai diktat europei, è ormai chiusa. “L’Italia ha sempre dimostrato buona volontà – avverte il Premier – se questa volta non dovessimo trovare disponibilità da parte degli altri Paesi potremmo chiudere il Consiglio senza approvare conclusioni condivise”. I risultati, che Conte vuole portare a casa, sono quelli già esposti nei giorni scorsi. La modifica del regolamento di Dublino, il principio per cui quando si arriva in Italia si arriva in Europa, l’apertura di hotspot direttamente in Africa e l’apertura di tutti i porti europei per far fronte agli sbarchi.

Gli obiettivi dell’Italia

L’obiettivo di Conte è di raggiungere un accordo sottoscritto da tutti e 28. Altrimenti salta tutto. Non solo. Il premier non ci sta a firmare parti dell’accordo. O tutto o niente, insomma. E così vincola il via libera del documento finale all’approvazione del capitolo sull’immigrazione. Senza quella, si dice disposto anche a porre il veto. L’ultimo che lo aveva fatto era stato Mario Monti nel 2012, e questo ha mandato su tutte le furie Macron. Che ha sbottato davanti a tutti: “Non sai come funziona un Consiglio europeo! Ci sono delle regole, non ci si comporta in questo modo”. Ma Conte non è disposto ad arretrare di un millimetro: “Io sono un avvocato e so che se un documento ha un numero di protocollo quel documento si discute e si approva tutto, non a pezzi”.

Strategia vincente

Nessuna disponibilità, quindi, a discutere solo di secondary movements (i movimenti dei richiedenti all’interno dell’Unione), un tema fondamentale per la Germania. Né ad accettare la proposta dell’Elieo di creare hotspot di nuova generazione sul territorio. E così, al termine del braccio di ferro, Macron è costretto a mediare e a mettere a punto una bozza da sottoporre al Consiglio che, tra le altre cose, prevede centri chiusi e controllati per “distinguere tra migranti illegali e quelli che necessitano di protezione internazionale”. Un accordo che sembra soddisfare la cancelliera tedesca Angela Merkel ma che non piace affatto al premier ungherese Viktor Orban.

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