Migranti, Mattarella ad Algeri: “L’Europa e l’Africa devono fare di più. Algeria punto decisivo

Foto Paolo Giandotti / Ufficio Stampa Quirinale / LaPresse in foto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

ALGERI“L’Europa e l’Africa sono chiamate a fare di più, nel segno di una collaborazione aperta, efficace, sincera, dove le posizioni sono talvolta distanti, ma sempre rispettose e costruttive”.

Sergio Mattarella dà il via alla sua visita di Stato nella Repubblica di Algeria con un appello affinché tutti gli attori in campo nella lotta al fenomeno migratorio e al traffico degli esseri umani facciano la propria parte. E la terra di Algeri divisa tra l’affaccio sul Mediterraneo e il deserto del Sahara, rappresenta il podio strategico per tornare a stimolare la necessità di “una capacità comune di governare questa tragedia” altrimenti “le ragioni umanitarie e dello stato di diritto scompariranno”, è l’avvertimento.

Due interviste ai maggiori quotidiani algerini, Libertè e Moudjahid, e quasi un’ora di bilaterale con l’omologo algerino Abdelmadjid Tebboune, sottolineano l’importanza di questa visita, che viene a 18 anni dall’ultima di Carlo Azeglio Ciampi (2003) e che rappresenta un ritorno dell’Europa in queste terre, orfane dell’Unione da 19 anni. L’accoglienza degli algerini è calorosa, Mattarella arriva al palazzo presidenziale sotto un cielo plumbeo e una fitta pioggia, anomala per il periodo e segno che i cambiamenti climatici stanno segnando anche i territori africani.

“Il fenomeno migratorio deve essere governato per il bene di tutti” e “per fare questo, dobbiamo affrontare le cause profonde della migrazione, in particolare l’instabilità e l’insicurezza di alcune zone dell’Africa, che richiedono soluzioni politiche e sostenibili e uno sviluppo economico e sociale, condizione indispensabile per garantire opportunità alle nuove generazioni”, dice il capo dello Stato.

Centrale in questo percorso il ruolo che l’Algeria può e deve avere in questo percorso che, ricorda lo stesso Tebboune, vede i due paesi “in sintonia su tutti i temi”, compresa la questione libica. “L’Italia considera l’Algeria come un attore cruciale nel Mediterraneo e in Africa: per questo, come membro fondatore dell’Unione Europea, siamo convinti dell’opportunità di avvicinamento tra l’Unione Europea e l’Algeria, basato sull’interesse reciproco e su un piano di uguaglianza e parità”, rimarca.

Il messaggio risuona forte e chiaro, l’Algeria dopo il cosiddetto ‘decennio nero’, quello del terrorismo di ispirazione islamista, ha avviato un percorso che l’Europa non può non riconoscere. “Il futuro di Africa ed Europa sia necessariamente comune – insiste Mattarella- e in questo rapporto l’Algeria è un punto decisivo”. La visita di Stato dell’inquilino del Colle, apre quindi al ritorno della collaborazione tra i due Stati che si è concretizzata ad Algeri con la firma di diversi accordi, firmati dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, tra cui quello di revisione del 2006 sulla scuola italiana ‘Roma’ di Algeri e il gemellaggio tra Scuole superiori della magistratura italiana e algerina.

Nella giornata ricca di impegni del presidente, oltre agli incontri di cortesia con il presidente del Consiglio della Nazione, Salah Goudjil, e il presidente dell’Assemblea Popolare Nazionale, Ibrahim Boughali, presso la Residenza di Stato Zeralda, il capo dello Stato incontra la collettività italiana nella sede dell’ambasciata italiana, sita nel cuore del quartiere collinare di El Bia- restaurata nel giugno 2021 – con l’intitolazione ad Enrico Mattei della nuova sala riunioni grazie alle sponsorizzazioni di Eni e Trevi. Qui Mattarella esprime la sua riconoscenza per il lavoro svolto dagli italiani ad Algeri, e conferma “l’eccellente amicizia tra i due popoli” che ha registrato “spazi di sviluppo della collaborazione molto ampi, che vanno percorsi con impegno”.

In serata il trasferimento al Palazzo del Popolo – edificio di epoca ottomana la cui realizzazione è stimata tra il 1798 e il 1805 – dove è stato accolto dall’omologo Tebboune per una cerimonia di scambio di onorificenze, un pranzo di Stato e un brindisi nelle rispettive lingue nazionale. Domani mattina la celebrazione della figura di Enrico Mattei a cui sarà dedicato il Giardino nel quartiere residenziale del municipio di Hydra, non lontano dall’ambasciata d’Italia, con l’intitolazione di una targa che sarà svelata dal capo dello Stato. Proprio Mattarella, ricordando l’imprenditore dell’Eni simbolo dell’italianità nel cuore della capitale, questa mattina ha reso omaggio alla sua figura “una delle personalità italiane più importanti del dopoguerra e uno dei costruttori della Repubblica Italiana”.

Mattei, ricorda l’inquilino del Colle, fu “tenace e convinto difensore dei valori democratici, seppe contribuire alla crescita civile e sociale della nostra comunità nazionale, prima attraverso la sua attiva partecipazione alla Resistenza italiana e poi come politico e protagonista della ripresa economica. In un Paese gravemente indebolito dalla guerra, egli dedicò il suo ingegno e le sue straordinarie capacità organizzative a fornire all’Italia le risorse energetiche necessarie al suo sviluppo”.

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