Migranti, Metsola: “Un dovere salvare vite in mare, non criminalizziamo le ong”

L'intervento della neo-eletta presidente del Parlamento europeo

Roberta Metsola (AP Photo/Jean-Francois Badias)

MILANO – Vuole raccogliere “l’eredità di David Sassoli” nella gestione dell’Europarlamento e, a proposito dell’immigrazione, ritiene che salvare vite in mare sia un dovere e che le ong non vadano criminalizzate. A dirlo è stata la neo-eletta presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, incontrando un ristretto gruppo di media europei fra cui La Stampa, che ne riferisce. “Se tu vedi una nave che sta affondando, non soltanto hai il dovere di intervenire, ma non devi essere criminalizzato”, ha detto Metsola, che a una domanda sulla proposta di finanziare i muri ai confini con fondi Ue risponde così: “La mia posizione è stata chiara sin dal primo giorno. Per me la protezione della vita viene prima di tutto. Non possiamo avere una politica di migrazione che non dà valore alla vita, ma nemmeno lasciare soli ad affrontare una sfida enorme i Paesi di frontiera. Gli altri Stati non possono abbandonarli, pensando che non sia anche un problema loro. Aggiungo poi che essere un Paese di frontiera non riguarda solo il Sud Europa, ma per esempio anche la Lettonia e la Polonia con la Bielorussia”.

Metsola replica poi a una domanda specifica sulle critiche ricevute per posizioni anti-aborto: “Sull’aborto, da eurodeputata maltese, ho difeso una posizione nazionale. Ora che sono presidente del Parlamento europeo non voterò più su questo tema e difenderò all’esterno la posizione dell’istituzione da me guidata”, dice. E ancora: “La mia posizione è che voglio difendere l’uguaglianza tra i sessi. E lo farò sempre e ovunque”.

(LaPresse)

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