Milano, uccide il suocero a Rozzano per vendicare le violenze sulla figlia

Il 35enne e il complice si sono imbattuti nella vittima intorno alle 18, mentre stava chiacchierando con alcuni conoscenti

Omicidio di Portoraro
Foto Pietro Masini - LaPresse

MILANO – Gliel’aveva giurata: “Se ti rivedo per le strade del quartiere ti uccido”. Così quando Antonio Crisanti, 63 anni, lunedì pomeriggio è comparso nel parco vicino al supermercato “Gigante” di Rozzano, alle porte di Milano, il suo ex genero, Emanuele S. di 35 anni, che non ha esitato a scaricargli addosso la sua pistola. Quattro proiettili sono andati a segno: due all’addome, uno alla spalla e uno, probabilmente fatale, al collo. L’ultimo bossolo, calibro 9×21, invece i carabinieri lo hanno trovato a terra accanto al corpo della vittima.

La confessione dell’assassino

Dopo l’agguato, la fuga in sella di uno scooter guidato da un complice, Achille M. di 27 anni. E a meno di 24 ore di distanza, la decisione di costituirsi. Il 35enne, che 5 anni fa ha avuto una bambina da una delle figlie della vittima, si è presentato nella stazione di carabinieri di Rozzano accompagnato dal suo avvocato. L’uomo, che ha alle spalle diversi precedenti per droga, reati contro il patrimonio, contro la persona e resistenza a pubblico ufficiale, ha subito confessato.

Il movente dell’omicidio

A spingerlo a uccidere è stato il desiderio di vendicarsi del suocero che questa estate, quando gli era stata affidata la nipotina, avrebbe approfittato di lei. La bambina nei giorni successivi aveva parlato a papà e mamma delle attenzioni particolari subite dal 63enne e loro avevano deciso di denunciare tutto in Procura.

Le violenze subite dalla bambina

Una storia difficile, che aveva spaccato la famiglia. La piccola era stata ascoltata in audizione protetta, alla presenza di uno psicologo. Il nonno invece, seguendo il consiglio di alcuni parenti, era tornato a vivere a Napoli, nel quartiere di Secondigliano dov’era nato. Anche lo zio della bambina, Carlo, boss 41enne che da anni traffica droga a Rozzano, è sposato con un’altra figlia della vittima. Nei giorni scorsi, forse convinto che ormai l’atmosfera fosse più tranquilla e che i legami di parentela l’avrebbero protetto, il 63enne era tornato al Nord. Ma aveva sottovalutato la rabbia e il desiderio di vendetta del genero.

L’uomo ha ucciso il suocero e si è costituito

Interrogato a lungo, il 35enne ha raccontato agli inquirenti di aver incontrato Crisanti per caso e di aver deciso di agire d’impulso, escludendo così la premeditazione. Una versione che non ha convinto né i carabinieri né il procuratore aggiunto Letizia Mannella e il pm Di Marco. Le telecamere della zona mostrano come lo scooter usato dal killer per scappare, un SH guidato dal complice 27enne che fa l’operaio alla Fiera, abbia girato a lungo per il quartiere prima di arrivare all’ipermercato.

La dinamica degli eventi

Il 35enne e il complice si sono imbattuti nella vittima intorno alle 18, nello spazio verde accanto al “Gigante”, mentre stava chiacchierando con alcuni conoscenti. Il genero ha urlato il suo nome, il capannello di persone si è aperto e gli ha lasciato spazio per prendere la mira. Poi i colpi, secchi, precisi, andati quasi tutti a segno. Dell’arma, per il momento, non c’è traccia. I due hanno risposto alle domande ma non hanno dato indicazioni per recuperarla.

(LaPresse/di Benedetta Dalla Rovere)

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