Minacce a “Cronache” e al suo giornalista Giuseppe Tallino dal boss Augusto La Torre

Il capo dell'omonimo clan di Mondragone: "Tallino è lecchino che si limita a trascrivere le parti che gli passa qualcuno che è dovuto al segreto istruttorio. Mi ha accusato di aver detto frasi minacciose contro il dottor D’Alessio. Sono accuse ridicole”. La risposta del direttore responsabile e la solidarietà del presidente dell'Ordine dei giornalisti della Campania

Augusto La Torre

CASERTA – Augusto La Torre, boss dell’omonimo clan di Mondragone, durante un’intervista dal carcere di Ivrea nel quale si trova detenuto, ha avuto modo di lanciare accuse e minacce nei confronti di “Cronache di Caserta”, ed in particolare del suo giornalista Giuseppe Tallino, indicandolo come un “lecchino che si limita a trascrivere le parti che gli passa qualcuno che è dovuto al segreto istruttorio”. E aggiungendo: “Mi ha accusato di aver detto frasi minacciose contro il dottor D’Alessio (pm Antimafia, ndr)”.

Parole dure, quelle pronunciate, dal boss di camorra. Che, proprio perché dette da un capoclan, non possono che rappresentare un pericolo per l’incolumità delle persone accusate di questa o quella ‘nefandezza‘ da parte di La Torre. Un ‘padrino’ che è stato accusato anche di omicidio (come ammesso dallo stesso boss) e che non si è visto infliggere la pena dell’ergastolo per aver beneficiato, per un periodo di tempo, dello status di collaboratore di giustizia, salvo poi essere ritenuto inattendibile.

Le dichiarazioni del boss

Ma non solo, La Torre ha rincarato la dose nei confronti di Tallino definendolo uno “pseudo giornalista altro lecchino che scrive menzogne e non legge gli atti processuali”. E ancora: “Ha addirittura citato intercettazioni ambientali e telefoniche che non esistono”.

Poi sulle accuse di minacce al pm D’Alessio, La Torre ha dichiarato: “La solita storiella creata ad arte, che si ripete ormai da alcuni anni, da alcuni pubblici ministeri che non hanno mai condotto indagini importanti. Con qualche indagine o processo importante già in fase avanzata gli è stata ‘donata’ da altri pubblici ministeri esperti e che in anni critici per davvero hanno rischiato grosso. Il dottor D’Alessio, nella sua intervista, si atteggia a martire e a salvatore della Provincia casertana. Ridicolo. Parla di minacce e di probabili attentati. Alcuni pennivendoli mi descrivono come mezzo pentito o del tutto falso. Proprio loro che non sono nemmeno mezzi giornalisti”.

L’inquietante promessa

Dopo aver ‘criticato’ l’operato del giornalista di “Cronache”, La Torre afferma: “Ne vedremo di belle in futuro. Naturalmente preciso che non sto minacciando nessuno”.

Quindi il boss attacca direttamente il pm D’Alessio: “Il dottor D’Alessio sa benissimo che non lo stimo, gliel’ho detto in faccia dinanzi ai miei legali. E non perché, come vuole far credere, ha fatto indagini su di me o su mio figlio, ma perché non è un uomo serio. E ha voluto creare i presupposti per ottenere i suoi 15 minuti di notorietà. Al suo posto mi vergognerei. Ma si sa che ormai hanno creato il personaggio La Torre e che basta un rigo per diventare importanti e finti eroi, e ne approfittano. Spero che adesso che al dottor D’Alessio è stata dedicata un’intera pagina dell’importantissima testata internazionale Cronache di Caserta possa sentirsi realizzato e soddisfatto e inizi ad indagare anche sui veri criminali, su chi dalla Direzione Distrettuale Antimafia passa le notizie riservate ai giornalisti e sulla corruzione ad alto livello, lasciandomi un po’ in pace. Spero che abbia un po’ di riconoscenza visto che da perfetto sconosciuto grazie a me è diventato famoso”.

 

Una situazione a cui “Cronache” risponde con forza, attraverso le parole del direttore responsabile Domenico Palmiero (clicca qui per leggere la posizione del direttore). Non manca la solidarietà da parte dell’Ordine dei giornalisti della Campania, attraverso il presidente Ottavio Lucarelli (clicca qui per leggere il comunicato dell’Ordine).

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