Bullismo, arrestato ragazzo di 16 anni a Milano

È ritenuto responsabile di atti violenti nei confronti di due compagni di classe

MILANO (Francesco Biondi) – E’ stato arrestato e condotto in comunità. È accaduto nella provincia milanese, all’interno di una scuola superiore di Cusano Milanino. Bullismo, questa è l’accusa che è stata mossa nei confronti del ragazzo di appena 16 anni. Siamo nello stesso istituto tecnico dove qualche giorno fa uno studente era stato denunciato alle forze dell’ordine per aver assunto un atteggiamento aggressivo e violento nei confronti di un dirigente scolastico. Ora un comportamento in fotocopia con il precedente. L’unica differenza, altrettanto importante rispetto al passato, è che le vittime sono due compagni di classe del ragazzo. Vittime di violenza, perché di tale si tratta. E come tale va combattuta.
Per giorni avrebbe terrorizzato due compagni di classe
l protagonista di questa triste storia avrebbe infatti per diversi giorni assunto un atteggiamento vessatorio nei confronti dei suoi coetanei. Nello specifico la vicenda non è stata ancora chiarita né dalle stanze del plesso dove il tutto si è verificato né dai diretti interessati. È chiaro però che non è difficile immaginare cosa sia accaduto essendosi trattato di atti di bullismo. Comportamenti che hanno terrorizzato i due compagni del 16enne che erano ormai bloccati in ogni loro attività che gravitasse attorno alla scuola. Un atteggiamento notato anche dal preside della scuola che ha deciso di contattare le forze dell’ordine. Le quali, dopo un’attenta verifica, hanno confermarlo quanto stesse accadendo. Per il giovane, dunque, sono scattate le manette e l’immediato trasferimento in comunità. Qui, come si diceva, la necessità di ‘correggere’ laddove sia possibile quel atteggiamento violento.
Triste fenomeno in preoccupante aumento
Quell’atteggiamento che ormai è diventata una triste quotidianità all’interno degli istituti scolastici e che soprattutto in tempi recenti ha raggiunto livelli molto preoccupanti. Perché quello che dovrebbe essere un’area ‘protetta’ per i più giovani, un luogo dove imparare e fare gruppo, spesso si trasforma in un incubo. Quello stesso che stavano vivendo i due ragazzi e al quale ieri almeno in parte è stata messa la parola fine.

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