MILANO (LaPresse) – “Da un anno era in corso un dialogo tra Unione europea e Africa. Gli arrivi in Italia erano drasticamente diminuiti, ma nel giro di 15 giorni si è ribaltato tutto. Il nazional-populismo, lo chiamerei così, ha riportato il conflitto dentro l’Europa. Un tutti contro tutti nel quale l’Italia si ritrova isolata e l’Unione rischia l’implosione. L’anno che ci ha preceduto diceva una cosa sola. L’Italia, proprio perché Paese più esposto, è quello più interessato alle alleanze”. Così l’ex ministro dell’Interno Marco Minniti in un’intervista alla Stampa, a un anno dall’aver fronteggiato, con il suo Governo, una precedente emergenza.
“Era fine giugno del 2017 e nel giro di 36 ore ci furono tredicimila arrivi sulle nostre coste su ventisei navi”
“L’Italia fece la propria parte. Non chiudemmo i porti. Chiedemmo alle Ong di assumersi la responsabilità di tenere assieme i principii di umanità e di sicurezza, facemmo un Codice di condotta e l’Ue lo fece proprio. Grazie anche agli accordi con la Libia, tutto questo ha consentito alle Ong di continuare ad operare e in un anno gli arrivi si sono ridotti. Il 31 maggio, ultimo giorno della nostra gestione, gli arrivi erano diminuiti di 122mila unità, l’ 80 per cento in meno nel complesso e 1,85 per cento in meno dalla Libia. Se avessimo scaricato tutte le colpe sull’Europa, avremmo avuto 122mila arrivi in più e nessun controllo sui flussi”.