ROMA – Un anno di carcere per turbativa d’asta. La condanna in appello per Maurizio Venafro arriva dopo una camera di consiglio di un’ora. E ribalta il giudizio con il quale l’ex capo di Gabinetto del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti era stato assolto in primo grado.
L’inchiesta
Nel procedimento, nato nell’ambito dell’inchiesta Mafia Capitale e legato a presunte irregolarità sull’appalto per l’acquisizione del servizio Cup, era imputato anche Mario Monge, all’epoca dei fatti presidente del consorzio della cooperativa Sol.Co. Per il quale il giudice ha confermato la condanna a un anno e quattro mesi ricevuta in primo grado.
Condannato l’ex capo gabinetto di Zingaretti
Per Venafro la corte ha stabilito una multa di 500 euro e il pagamento di tutte le spese civili. Oltre al divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per tutta la durata della pena. Il procedimento nasce da una tranche dell’inchiesta sul cosiddetto ‘Mondo di mezzo’ che ha portato, nel processo principale il cui appello si è chiuso l’11 settembre del 2018, a 35 condanne. 18 delle quali con accuse di mafia.
Il maxi processo arriverà in Cassazione a ottobre
L’imprenditore delle cooperative romane Salvatore Buzzi e l’ex nar Massimo Carminati sono stati condannati rispettivamente a 18 anni e quattro mesi e 14 anni e mezzo. E le pene per i 43 imputati, otto dei quali assolti, hanno raggiunto quasi 200 anni di carcere. Il maxi processo arriverà in Cassazione il prossimo 16 ottobre, mentre proseguono i procedimenti a latere. In uno dei quali, nel febbraio scorso, è stato condannato a sei anni per corruzione, in primo grado, l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno.
(LaPresse/di Alessandra Lemme)