MotoGp, si riparte senza Rossi: Ducati di Bagnaia sfida Quartararo e Marquez

La lunga attesa è finita.

SKY Racing Team VR46ís Italian rider Francesco Bagnaia looks on prior to the Moto2 race of the Austrian MotoGP Grand Prix race at the Red Bull Ring in Spielberg, Austria on August 12, 2018. (Photo by Jure Makovec / AFP)

ROMA – La lunga attesa è finita. Dopo quasi quattro mesi di silenzio, da venerdì in Qatar si riaccendono i motori della MotoGp per quello che viene annunciato come l”anno zero’, il primo senza l’icona Valentino Rossi che il 14 novembre scorso sul circuito di Valencia ha salutato tra sorrisi e lacrime di commozione dopo un quarto di secolo di onorata e gloriosa carriera. Il genio di Tavullia lascia in dote un mondiale mai così avvincente e pieno di incognite, con sette piloti italiani in griglia ma soprattutto con un erede come Pecco Bagnaia, che in sella alla Ducati è pronto a reistituire il titolo alla casa di Borgo Panigale dopo 15 anni (l’ultimo iridato fu Casey Stoner nel 2007).

Il centauro torinese, protagonista della passata stagione, parte tra i favoriti. La sua Desmosedici mette paura al campione del mondo Fabio Quartararo, iridato 2021 con la Yamaha, e a Marc Marquez, tornato a tempo pieno dopo l’infortunio al braccio destro e il problema all’occhio destro che lo aveva lasciato con uno sdoppiamento della vista. La nuova ‘rossa’ appare la moto da battere, gli sviluppi della GP22 hanno dato ottimi riscontri e il motore a quattro cilindri ha fatto guadagnare altri cavalli. Nei test in Malesia si è potuto riscontrare il vantaggio dell’evoluzione dell’hole-shot, prima attivo soltanto al via. Questo consente al pilota di azionare l’abbassatore anche durante il giro, fattore che garantirebbe un aumento della velocità di punta. Ma al di là degli accorgimenti tecnologici, la squadra di Borgo Panigale, che si avvale sempre nel team principale di Jack Miller, può contare sulla crescita agonistica e tattica di Bagnaia.

L’incognita Quartararo è dovuta al fatto che la M1 di ‘El Diablo’ non ha subito sostanziali modifiche. Rispetto alle altre scuderie infatti la casa del Diapason si è limitata ad alcuni piccoli accorgimenti non compiendo grandi passi avanti a livello di sviluppo. La Yamaha, nonostante test non troppo brillanti, resta comunque il team da battere mentre si attende un riscatto della Honda, reduce da una stagione incolore ravvivata da metà stagione dalle prestazioni di Marquez. L’obiettivo del talento di Cervera è tornare ad essere il dominatore che ha vinto sei mondiali dal 2013 al 2019. La RC213V ha mostrato segni di vitalità, gli ingegneri della HRC appaiono ottimisti avendo sviluppato un motore meno aggresivo ma più ‘malleabile’ in curva.

Sarà un Mondiale ricco di novità, a partire dai cinque nuovi piloti al via rispetto alla stagione precedente. Due di loro sono italiani, Marco Bezzecchi (Ducati VR46) e Fabio Di Giannantonio (Ducati Gresini). Dei 24 piloti del Mondiale, 14 hanno già vinto almeno un titolo, a dimostrazione dell’alta qualità di un campionato che in chiave tricolore spera anche nella ‘rinascita’ di Franco Morbidelli, che nel 2020, lottò fino all’ultimo per il mondiale. Il pilota romano della Yamaha, in coppia con il campione Quartararo, ha una gran voglia di rivalsa. Si è completamente ristabilito dall’infortunio al ginocchio e non vede l’ora di lasciare la sua impronta.

Di Luca Pasotto

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