Mozzarelle vendute in nome del clan, Walter Schiavone accusa gli ‘amici’

CASAL DI PRINCIPE – C’è un muro, adesso, tra la sua vecchia vita, trascorsa nell’Agro aversano, e la nuova, iniziata nel 2018, con il sì al programma di protezione offertogli dopo il pentimento del fratello Nicola. Un muro spesso tre pagine sulle quali, di suo pugno, Walter Schiavone ha scritto il ruolo che aveva avuto nel clan dei Casalesi e indicato gli ‘amici’ che lo avrebbero aiutato a portare avanti le attività illecite in nome della cosca fondata dal papà, l’ergastolano Francesco Sandokan.

Walter, 40enne, è stato arrestato dai carabinieri del Nucleo investigativo di Caserta lo scorso 10 giugno: la Dda gi contesta l’associazione mafiosa, il trasferimento fraudolento di valori, la concorrenza illecita e il reato di estorsione. E con queste accuse nelle prossime ore affronterà l’udienza preliminare dinanzi al Tribunale di Napoli.

Le tre pagine sono arrivate sul tavolo del giudice che deciderà se dare o meno il via al suo processo: “Ho fatto parte del clan dei Casalesi, fazione Schiavone – si legge nel manoscritto – dal 2013 al 2018 e ho percepito i proventi delle attività illecite derivanti dalla vendita di mozzarelle e prodotti alimentari, con la spendita del nome del clan, dalla vendita di stupefacenti e dalle estorsioni”.
Confessata la propria intraneità al clan, Walter ha puntato, poi, il dito contro quelli che, lo scorso giugno, con lui sono stati tirati in ballo nell’inchiesta dei carabinieri: “Dichiaro di essermi avvalso della collaborazione di Antonio Bianco, Armando Diana, Nicola Baldascino e Oreste Diana per la vendita di mozzarella e prodotti alimentari con la spendita del nome della famiglia Schiavone”.
Walter Schiavone, assistito dall’avvocato Domenico Esposito, ha sostenuto pure di aver potuto contare su Bianco, Diana, Francesco Dell’Imperio ed Emilio Martinelli “per la ricezione dei proventi derivanti da estorsioni”.

Con il figlio di Sandokan rischiano il rinvio giudizio Bianco, 41enne di Villa di Briano, e Diana, 40enne di Casale, nipote del boss Elio, accusati di associazione mafiosa ed estorsione. I due rispondono anche di trasferimento fraudolento di beni in concorso con Baldascino, 44enne di Casal di Principe, in relazione all’intestazione fittizia della società I Freschissimi, e di concorrenza illecita (l’imposizione delle mozzarelle e altri prodotti in nome del clan). Ipotesi di reato, questa, contestata anche a Davide Natale, 26enne di Casale. L’attività investigativa ha coinvolto pure Gaetana Vittorio, 31enne, moglie di Walter, accusata di favoreggiamento: avrebbe aiutato il marito ad incamerare i profitti illeciti. Nel collegio difensivo gli avvocati Mirella Baldascino, Giuseppe Stellato, Gianluca Corvino e Romolo Vignola.
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