Mps: dossier si scalda dopo elezioni, ma ancora nessuna intesa. Ipotesi marchio a Mcc

Il dossier Mps si scalda dopo le elezioni, ma i tempi per chiudere un accordo sembrano ancora lontani. Dopo la lunga pausa elettorale è ripreso il tavolo negoziale tra Unicredit e il Tesoro.

Foto Bianchi / Lo Debole / LaPresse in foto Banca Monte dei Paschi di Siena

MILANO – Il dossier Mps si scalda dopo le elezioni, ma i tempi per chiudere un accordo sembrano ancora lontani. Dopo la lunga pausa elettorale è ripreso il tavolo negoziale tra Unicredit e il Tesoro. Se da un lato i risultati delle urne – tra cui la vittoria del segretario del Pd Enrico Letta alle supplettive di Siena – hanno aumentato le possibilità di accelerare sull’accordo, dall’altro bisognerà attendere l’esito dei ballottaggi per nuovi sviluppi. Prima risulta difficile prevedere l’arrivo di un annuncio sull’esito delle trattative.

Nelle sessioni immediatamente successive all’esito delle suppletive a Siena, il mercato ha scommesso sul deal Mps-Unicredit, facendo volare le quotazioni. Nella giornata di oggi i titoli hanno chiuso in rialzo dell’1,45% a 1,12 euro Mps e dell’1,11% a 11,99 euro Unicredit.

A spingere le quotazioni, in particolare, l’indiscrezione riportata da ‘La Stampa’ secondo cui il marchio di Mps potrebbe restare in mano pubblica e restare a Mcc. Si trattebbe di “una delle ipotesi sul tavolo” del negoziato con Unicredit, ma è “probabile” in quanto il marchio sarebbe uno degli asset per i quali Unicredit ha manifestato fin da subito il proprio disinteresse. Fonti vicine al dossier spiegano che effettivamente il disinteresse del ceo di Unicredit Andrea Orcel è emerso fin dall’inizio delle trattative. Ma il Tesoro non vorrebbe cedere sul marchio, considerato un asset strategico, e starebbe facendo pressioni perché fosse comprato da qualcuno, Gae Aulenti o Mcc che aveva già smentito il suo interesse per il marchio.

Le indiscrezioni stampa parlano anche di una possibile intesa in base alla quale Mcc potrebbe rilevare non soltanto le filiali al Sud di Mps, ma anche le controllate escluse dall’interesse di Unicredit, come Mps Capital Services, Factoring e Leasing. “Se fosse confermata questa ipotesi, rappresenterebbe uno step ulteriore al raggiungimento dell’accordo tra Unicredit e il Mef per una soluzione strutturale su Mps”, scrivono gli analisti di Equita in una nota.

Nei colloqui tra Mps e Unicredit ci sono ancora alcuni nodi da sciogliere. Ma Rocca Salimbeni ha fatto un altro passo in avanti, confermando l’accordo con la Fondazione Mps per effetto del quale, la Fondazione otterrà “il pagamento di 150 milioni di euro e impegni sulla valorizzazione del patrimonio artistico della Banca e sulla destinazione dell’immobile di Rocca Salimbeni, su cui insisterà una prelazione a favore della Fondazione”.

LaPresse

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