Musica, Levante: “‘Megmamemoria’ è il nome della mia nostalgia”

Era il 2013, nelle radio (e nelle orecchie di tutti) imperversava un ritornello: "Che vita di merda". Impossibile non canticchiarlo, anche se il volto e il nome di quella voce erano sconosciuti ai più.

MILANO – Era il 2013, nelle radio (e nelle orecchie di tutti) imperversava un ritornello: “Che vita di merda”. Impossibile non canticchiarlo, anche se il volto e il nome di quella voce erano sconosciuti ai più. Da ‘Alfonso’ (questo il titolo della canzone) sono passati solo sei anni, ma Levante è già al quarto album in studio: l’ultimo si chiama ‘Magmamemoria’ è in uscita il 4 ottobre e si prepara al primo Forum di Assago della sua vita. Lei stessa, riavvolgendo il nastro della carriera, riconosce che quel brano è stato il punto di svolta. “Ma quando l’ho scritta non lo sapevo – racconta a LaPresse -. La stavo suonando nella camera del mio fidanzato dell’epoca e lui mi ha detto: ‘Se canti questa cosa sei un genio’. Però non mi sono resa conto che mi stava cambiando la vita”. C’è un giorno in cui, poi, se ne è accorta: “Era luglio 2013, quando ho aperto il primo concerto di Max Gazzè in Veneto”.

La scelta del titolo

Da quel momento musica, concerti, libri e televisione. Fino a ‘Magmamemoria’: Levante ha inventato una parola nuova per dare il titolo al disco. Un neologismo che, secondo la cantautrice, rappresenta benissimo il senso di questo nuovo lavoro. “Non me la sono sentita – scherza – di chiamare l’album ‘nostalgia’ e così ho pensato di creare un’immagine. Magmamoria è perfetto perchè rimanda al vulcano, a qualcosa che brucia e ribolle. Per me è questa la memoria. Il ricordo è lava, non smette mai di tornare”. E, in effetti, il nuovo progetto è decisamente più nostalgico e meno arrabbiato e aggressivo degli ultimi lavori. Tredici tracce nelle quali, rivela Levante, “sviluppo il concetto di tempo fra passato, presente e futuro. Parto dall’impegno sociale di ‘Andrà tutto bene’, fino alla critica di ‘Bravi tutti voi’, passando per i ricordi dell’infanzia di ‘Lo stretto necessario’ e la fine di alcune storie d’amore. E poi torno a parlare di mio padre con ‘Arcano 13’. Infine c’è ‘Rancore’, un sentimento del passato”.

Le tematiche

E infatti nell’album di rabbia ce n’è poca, se non nei confronti del mondo che ci circonda, affrontandolo con “molta più consapevolezza”. E il passato e i ricordi non sono nostalgia, “ma slancio verso il futuro. Per esempio, noto il ritorno di politiche e linguaggi violenti, di omofobia, di razzismo. L’abbiamo già visto in passato e tornare a vivere queste cose significa non avere imparato niente dalla storia. Ecco perchè parlo di un futuro senza memoria”. Levante si schiera, prende posizione, dice quello che pensa. Sa che è un rischio (“porgo la guancia e aspetto il ceffone”), ma non ne ha paura: “Sarei ipocrita a non parlare di queste cose come ne parlo nella vita reale. Ho sempre raccontato la mia verità, la vita per come la leggo io. Ho voluto ‘Andrà tutto bene’ come primo singolo. Sono tornata con una canzone in un momento in cui politicamente eravamo messi malissimo. Dopo due anni non volevo un brano che strizzasse l’occhio alle radio, volevo dire cose pesanti. Non potevo evitarlo, per me era necessario. Non si può rimanere in silenzio davanti ad atteggiamenti politici pericolosissimi”. La cantautrice siciliana non parla di politica, ma di aspetto umano: “Non mi interessano la destra o la sinistra, però perdere la bussola significa rischiare di far tornare il Paese molto indietro”.

Le collaborazioni

Nell’album non c’è solo l’impegno, ma anche la passione per la sua Sicilia, che in ‘Lo stretto necessario’ condivide con Carmen Consoli: “Lei è la ciliegina sulla torta di questo disco. E’ stato emozionante pensare a me ragazzina mentre la ascoltavo in camera e poi sentire la mia voce con la sua. Ho pianto 30 minuti. Ero disperata di felicità”. E poi, da buona romantica quale è, c’è l’amore. O meglio, la fine dell’amore, come, per esempio, in ‘Antonio’. Pure in questo caso, però, Levante non teme di esporre i sentimenti al pubblico: “Mi fa più paura quando una carriera va avanti a botte di foto e gossip. Io sono sempre molto esposta e allo stesso tempo riservata. Ci tengo a proteggere chi mi stanno vicino. Canto la mia vita, ma non la svendo”.

Tornando col pensiero a quel luglio del 2013, quando si esibiva per il pubblico di Max Gazzè, non può non sorridere pensando che adesso i i concerti sono tutti suoi. In particolare quello speciale del 23 novembre al Forum di Assago: “Ci stiamo preparando. L’emozione più grande arriverà intorno al 20, quando mi sarò resa conto che la data si sta avvicinando”. E quando capirà quanta strada ha fatto da quella calda estate.

LaPresse

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