ROMA – “È terribile quello che è accaduto alla bimba di tre anni ferita ieri a Napoli nella sparatoria tra clan. Ciò che stanno attraversando lei e i suoi cari è un’ingiustizia incommensurabile. Siamo tutti vicini alla piccola e ai suoi familiari. Ma la vicinanza che esprimiamo non basta”. Così, in un post su Facebook, il presidente della Camera Roberto Fico.
Il richiamo alle istituzioni
“Questo è uno dei momenti in cui tutte le Istituzioni devono essere unite più che mai – aggiunge -. Fare squadra, riflettere sul da farsi e farlo, fuori dai giochi politici e dagli schieramenti. Tutti insieme, parlamento, governo, magistratura, forze dell’ordine, enti locali. Non è la prima volta che a Napoli purtroppo accade un episodio del genere e la lista sarebbe troppo lunga per farla ora qui. Nonostante i tanti sforzi posti in essere in questi anni, le decine e decine di arresti, certe violenze e certe dinamiche si ripetono sempre. Ed è qui che dobbiamo insieme riflettere.
L’idea
Evidentemente la risposta che si dà per il contrasto alla camorra è un’azione parziale, più di contenimento che di superamento definitivo. Invece dobbiamo riuscire a debellare una volta per tutte il fenomeno, il sistema camorristico: questo è l’obiettivo dichiarato che ci dobbiamo dare. Lo Stato deve riuscire a mettere in campo tutte le azioni e le misure necessarie per ricucire questa ferita ancora aperta che ha la città di Napoli e, quindi, che ha l’Italia intera. È possibile farlo, l’impossibile non esiste. Ma ci vuole un piano ragionato, con obiettivi chiari, un piano misurabile anno per anno nella sua efficacia. Un piano lungimirante che coinvolga tutti, che sia trasversale e che vada avanti di legislatura in legislatura. Un piano di Stato che punti su idee innovative e che preveda risorse per una riqualificazione sociale profonda”.
Le idee chiare
“Lo Stato ha questa forza, ha questa capacità, ha questo dovere – aggiunge -. Bisogna avere però una volontà di ferro, senza arretrare nell’avanzamento del piano di Stato contro la camorra, valutare i risultati e capire cosa funziona e cosa no, e intervenire di conseguenza. È l’unica strada da perseguire, con determinazione e costanza. Altrimenti ci sarà l’ennesima sparatoria, l’ennesimo morto o ferito e saremo così per l’ennesima volta tutti colpevoli”.
LaPresse