Napoli, Boom di turisti, flop d’incassi: solo 7,6 milioni nelle casse del Comune

La propaganda di De Magistris ha fiato corto

NAPOLI – Si può vivere di turismo? Guardando i dati rilasciati da Federalberghi e le cifre del Comune di Napoli in nostro possesso la risposta è una e una soltanto: no. Al boom turistico reale e tanto propagandato dal sindaco Luigi De Magistris come un grande successo dell’amministrazione arancione non corrisponde, ad oggi, un incasso consistente in grado di rimpinguare le sempre più vuote casse comunali. Inoltre, spulciando e incrociando i dati, si evince che il sommerso in città viaggia purtroppo spedito. Ma veniamo ai numeri.

Tassa di soggiorno flop: a napoli solo 7,6 milioni


Napoli, nella classifica delle città italiane con maggior gettito per la tassa di soggiorno è al sesto posto, con un tesoretto di soli 7,5 milioni di euro annui. Secondo i dati diffusi da Federalberghi alla 69esima assemblea della federazione a Capri, la prima città italiana è la capitale. Roma incassa 130 milioni, seguita da Milano con 45, Firenze con 33, Venezia con 31. Poi c’è Napoli con 7,5: salta agli occhi la differenza abissale tra le prime quattro e il capoluogo campano. Prima dei partenopei c’è Rimini, con 7,6 milioni. Seguono Torino e Bologna con 6, Riccione con 3,8 e Verona con 3,2. Questi sono numeri, fatti. E i fatti sono testardi. Il boom turistico tanto propagandato dal primo cittadino non sembra essere turismo ‘ricco’, in grado di rappresentare un plusvalore concreto per Napoli e i napoletani.

Strutture extralberghiere: pochi soldi e boom di Airbnb

Dai dati del Servizio gestione canoni e altri tributi del Comune di Napoli in nostro possesso emergono diverse questioni. Innanzitutto l’incasso proveniente dall’imposta è assai scarno: un totale di 1 milione e 700mila euro annui a fronte di 5954 strutture. Ovvero circa 280 euro a struttura annui. Quasi niente. Ragionando per assurdo, meno di due euro a napoletano. I dati raccontano che su 290 affittacamere nel 2018 sono stati recuperati circa 426mila euro, per 493 Case vacanza 160mila, per 738 B&b 351mila, per 233 locazioni brevi 48mila, per 4200 locazioni brevi riversate tramite Aribnb (cifra record) 1 milione e 132mila. Da notare il boom di napoletani disposti ad affittare le proprie stanze o appartamenti con Airbnb, 4200: più del doppio della somma di tutte le altre strutture extralberghiere.


Turismo povero, economia sommersa

Provando a fare un bilancio, incrociando i dati, il Comune dalla tassa di soggiorno incassa circa 9,3 milioni di euro. Anche in questo caso, sbirciando le cifre della capitale e del capoluogo lombardo, sono spiccioli. Ma viene spontanea una domanda: quanto sommerso esiste a Napoli attorno al flusso turistico? Perché a questo punto o i turisti che visitano la città dormono in strada, o ognuno di loro ha un amico pronto ad ospitarlo, oppure c’è una selva oscura di partenopei che evade in parte o completamente la gabella. Restando su questo filo di ragionamento è facile immaginare che i viaggiatori in transito per Napoli tendano a non spendere molto. In terza battuta a fronte di un boom che volente o nolente sta modificando quartieri, vite e creando non pochi disagi, il benefit economico per Palazzo San Giacomo è pressoché nullo. Un disastro. Il tema poi dei controlli e della riscossione, sempre presente nel dibattito politico, a fronte di questi numeri assume un valore ancora più significativo. Senza un serio scatto in avanti di tutta la macchina tecnico-amministrativa il boom turistico non porterà mai quel valore aggiunto che tutti si aspetterebbero.

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