Napoli. Minacciato, sequestrato e picchiato. Nei guai in 5: sono vicini ai Contini

Il dipendente del ‘Gatto Bianco’, lounge bar di Ischia, punito per gli apprezzamenti alla nipote minorenne di uno degli indagati: i fatti risalgono da luglio a ottobre 2022

NAPOLI – In due in carcere, altri tre spediti ai domiciliari. E’ questo il bilancio dell’operazione portata a termine dagli uomini della Squadra Mobile di Napoli guidati dal capo Alfredo Fabbrocini e dalla dirigente Marika Viscovo e dagli agenti di polizia del commissariato Ischia. Salvatore D’Amelio, 40enne, ed Ernesto Morra, 35enne sono stati portati in carcere. Per Antonio Festa, 65enne, Gennaro Festa, 39enne e Anthony Festa, 32enne, è stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Sono tutti di Napoli. Indagate a piede libero Maria Festa, 42enne, e Bruna Festa, 36enne. Secondo le accuse, chi è stato colpito da provvedimento restrittivo, sarebbe vicino al clan Contini. Gli indagati rispondono a vario titolo del pestaggio, del sequestro e delle minacce perpetrate a uno dei dipendenti del Gatto Bianco, locale di Ischia, punito perché il 24 luglio 2022 fece apprezzamenti nei confronti della nipote minorenne di una delle persone coinvolte. Secondo la ricostruzione effettuata dagli investigatori, resa possibile anche dalle dichiarazioni dei testimoni e dalle immagini catturate dalle telecamere di videosorveglianza, dopo i complimenti poco graditi, scoppiò una rissa. La vittima denunciò anche di aver ricevuto minacce il giorno successivo all’aggressione. Gli indagati gli intimarono espressamente di lasciare Ischia e non farvi più ritorno. Il dipendente del bar, inoltre, raccontò agli agenti di polizia un altro episodio avvenuto nell’ottobre del 2022, quando due degli indagati si recarono presso la sua abitazione e, dopo esservi entrati con violenza e minacce, lo costrinsero a rimanere per circa due ore in balia dei suoi aguzzini. In questo lasso di tempo gli intimarono di ritrattare le denunce presentate in precedenza. D’Amelio e Morra sono stati portati in carcere, perché accusati di violenza privata e sequestro di persona. Antonio Festa, Gennaro Festa e Anthony Festa sono stati sottoposti alla misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, perché ritenuti responsabili di lesioni. Per tutti i reati è stata riconosciuta l’aggravante del metodo mafioso in quanto i fatti delittuosi sono stati commessi con le modalità tipicamente utilizzate da una consorteria mafiosa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome