NAPOLI – Sono due i medici indagati, di Barra e di Parete, per il caso della morte della piccola mai nata, figlia di Gianpaolo Di Caprio e della sua giovane moglie, Amelia Correale. Dopo la tragedia è scattata la denuncia, poi si è messa in moto la macchina giudiziaria. Il tutto finalizzato a fare chiarezza sulle circostanze che hanno portato alla morte della piccola. La famiglia Di Caprio è assistita dall’avvocato Claudio Esposito.
Il dramma risale allo scorso ottobre
La tragedia che ha sconvolto i due coniugi risale allo scorso ottobre. “Era il 26 ottobre – ha specificato il 39enne Gianpaolo Di Caprio – mia moglie avrebbe dovuto partorire il giorno dopo”. Per quel giorno di felicità avevano scelto una clinica, villa delle Querce al Vomero. Era il giorno dell’ultimo controllo, il 26 ottobre. Da via Duomo, dove abitano, fecero la strada fino a via Battistello Caracciolo. Una volta nella struttura Amelia, che tutti chiamano Lia, si sottopose a un tracciato. “Dopo quell’esame i medici si accorsero che la bambina era in sofferenza” ha spiegato Gianpaolo.
La ricostruzione
A quel punto uno dei medici avrebbe riferito che bisognava monitorare la situazione e che Lia avrebbe dovuto sottoporsi a un tracciato “ogni due ore” racconta ancora Di Caprio. “Ci avevano detto di non preoccuparci. Il medico aveva chiesto di ripetere il tracciato, ma durante la notte non venne nessuno”. La mattina la situazione precipitò. “Mi chiamarono e mi dissero detto che mia figlia non respirava più. Che non ce l’aveva fatta”. Gianpaolo Di Caprio chiamò immediatamente la polizia: “Sul posto arrivarono gli uomini del commissariato Dante. Abbiamo sporto denuncia e l’autorità giudiziaria ha disposto il sequestro della salma e della placenta. La mattina i poliziotti ascoltarono molti medici presenti”. Fu disposta l’autopsia e la piccola risultò deceduta per soffocamento. Gianpaolo e Lia vogliono vederci chiaro. Vogliono che se qualcuno ha responsabilità per quello che è accaduto, paghi secondo giustizia.