Napoli. Raid con l’acido, la zia ha solo 19 anni

Trasferita nel carcere di Pozzuoli, ma le sue dichiarazioni non convincono gli inquirenti

Elena e Federica S., le vittime dei raid

NAPOLI (Antonello Auletta) – Emergono particolari inquietanti dalle indagini del ferimento di Elena e Federica S. (nella foto sopra), le due sorelle di 24 e 17 anni, all’indirizzo delle quali è stato gettato dell’acido. L’agguato è avvenuto nella notte tra domenica e lunedì al corso Amedeo di Savoia. Secondo il loro raccolto le due giovani sono state assalite da sei persone in sella a tre scooter. Al momento la Procura ha sottoposto a fermo una persona. Si tratta di Francesca Pirro (nella foto a destra), anch’ella giovanissima. Sorellastra della madre di Elena e Federica, e quindi zia delle vittime, la 19enne è stata portata nel carcere femminile di Pozzuoli, dopo essersi recata, accompagnata dal suo avvocato Bernardo Scarfò, in Questura. La donna si è presentata al cospetto degli inquirenti dopo che era venuta a conoscenza della visita degli agenti di polizia nella sua abitazione al rione Sanità. Agli investigatori, Francesca Pirro ha fornito la sua versione dei fatti, che è in netto contrasto con le dichiarazioni della 24enne e della 17enne. Secondo quanto dichiarato dalla zia delle sorelle sfregiate, nell’orario incriminato, in corso Amedeo di Savoia non c’erano sei persone in sella a tre scooter, ma solo lei in compagnia di un’altra 20enne. Francesca Pirro ha raccontato di essere scesa dal ciclomotore di proprietà di una terza persona e guidato dall’amica e di essersi avvicinata ad Elena e Federica. Nelle mani aveva un casco. La 19enne ha negato di aver gettato dell’acido all’indirizzo delle due nipoti. Anzi, secondo la sua versione dei fatti, erano le due sorelle ad essere in possesso di liquido corrosivo e di essere intenzionate a utilizzarlo contro la zia. Gli investigatori non hanno creduto alla versione fornita da Francesca Pirro – che durante l’interrogatorio ha fornito i nomi del proprietario e della conducente del ciclomotore su cui viaggiava nella notte tra domenica e lunedì – e l’hanno accompagnata in carcere in attesa dell’udienza di convalida. Gli inquirenti, hanno seri dubbi sulla veridicità delle dichiarazioni rilasciate dalla 19enne..Nel frattempo i poliziotti della Squadra Mobile sono al lavoro per rintracciare gli altri 5 responsabili dell’aggressione. Per quanto riguarda i motivi per i quali Elena e Federica – che rischiano danni permanenti al viso, alle braccia e alle gambe – sono state assalite con tanta ferocia con il passare delle ore il quadro diventa sempre più chiaro. Innanzitutto, a far covare odio nei confronti delle due ragazze, ci sarebbero motivi passionali. Chi ha agito al corso Amedeo di Savoia voleva lavare la gelosia con l’acido. Inoltre, il vero obiettivo del raid sarebbe stata la sorella minore, rea, secondo gli aggressori, di aver esagerato con le offese in un video pubblicato su TikTok. L’aggressione avvenuta nella notte tra domenica e lunedì è arrivata al culmine di un’escalation di violenza, che un mese fa vide la Smart delle due sorelle di 24 e 17 anni distrutta da un rogo doloso appiccato all’esterno della loro abitazione. L’automobile era di proprietà del padre, ma era nelle disponibilità delle sue giovani, il cui caso che ha gettato il rione Sanità ci sia una storia di degrado sociale. Si tratta di una deriva preoccupante, a cui le autorità preposte fanno fatica a mettere un freno. C’è ancora riserbo sulle indagini, che stanno andando avanti anche con la visione dei filmati catturati dalla videosorveglianza. In uno dei frame è visibile Francesca Pirro, ma secondo il suo legale non c’è alcuna immagine da cui si è evince che le bottigliette contenenti il liquido corrosivo era nelle sue disponibilità. Si attendono maggiori sviluppi.

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