Napoli. Scarcerato il figlio del boss Marfella

Enzo Romano è libero. Il padre detto Peppone fece di tutto per evitare la guerra con i Mele

NAPOLI – E’ libero Enzo Romano, dopo sette anni di carcere torna nelle palazzine al rione Cannavino. E’ il figliastro del boss Giuseppe Marfella, detto Peppone, detenuto da anni e compagno di Teresa De Luca Bossa (papà di Cristian Marfella, che ora abita nel quartiere Ponticelli, dove ha ottenuto i domiciliari da poco).
Il 46enne non ha conti aperti con la giustizia. Ha scontato la pena. Enzo Romano fu arrestato nel maxi blitz nel marzo 2017, insieme a ventisei persone, ritenute gregari e fiancheggiatori dei Mele e dei Marfella-Pesce. Di più. In quel periodo c’erano tensioni altissime nelle palazzine popolari. E i riflettori della Procura erano puntati dritto sulla faida tra i Mele e i Marfella-Pesce. I rioni erano diventati polveriere a cielo aperto. E pentiti hanno svelato negli anni i retroscena. Il boss di Pianura Giuseppe Marfella aveva cercato in tutti i modi di evitare una faida in famiglia con i Mele. Lo confermarono le indagini e le intercettazioni telefoniche e ambientali. Era già cominciata una sorta di guerriglia urbana, scoppiata nell’agosto del 2013. Gli equilibri (precari) erano saltati. Nessuno spazio per la mediazione. Secondo gli inquirenti, gli accertamenti fecero emergere “la violenta contrapposizione tra gli esponenti del clan Pesce-Marfella e quelli dei Mele – disse il procuratore – in lotta per il controllo delle attività illecite nel quartiere di Pianura”.
Da quel momento sono cambiate tante cose. E oggi c’è una sfida aperta tra gli eredi di quei due gruppi: i Carillo-Perfetto e gli Esposito-Marsicano-Calone.
Insomma l’allarme non è cessato, nonostante gli inquirenti ce la mettano tutta, per fermare le ostilità. In pratica il 14 luglio hanno azzerato le due organizzazioni con un maxi blitz e trenta arresti. Ad oggi sono rimasti 3, forse 4 affiliati liberi e la guerra ha subito uno stop. Sospeso il conflitto. Ma la pace non c’è. Difficile da raggiungere dopo mesi di battaglia in campo aperto.
Gli scenari mutano rapidamente nel quartiere di Pianura. I Carillo-Perfetto provano a riorganizzarsi dopo gli assalti armati nella loro roccaforte degli Esposito-Marsicano-Calone. E sfruttano le scarcerazioni per rimettere in sesto il gruppo, dimezzato dalla retata del 14 luglio. Non solo. Qui c’è una guerra che ha aperto un nuovo fronte: via Evangelista Torricelli. Una sorta di trincea. Dove la coabitazione è forzata e le scintille sono all’ordine del giorno.
In questo scenario si ritroverà Enzo Romano, dopo la scarcerazione. Sono cambiati gli assetti, le strategie, ma anche i personaggi. Gli investigatori oggi esaminano con la massima attenzione la nuova mappa e le recenti scarcerazioni, per capire cosa stia accadendo a Pianura.
Temono un rapido ritorno alle ostilità e sono stati intensificati i servizi per il controllo del territorio nei rioni popolari.

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