Nazionale, Mancini: con la Svizzera ci sarà da correre, non pensiamo più al’ 11 luglio

Delusi, non preoccupati. Il pareggio interno con la Bulgaria nel primo impegno dopo il trionfo all'Europeo ha frenato il cammino degli azzurri verso il Mondiale, ma nessun dramma: Roberto Mancini è convinto che si è trattato solo di un inciampo, "perché doveva terminare con un altro risultato"

Foto Jennifer Lorenzini/ LaPresse in foto Roberto Mancini

MILANO – Delusi, non preoccupati. Il pareggio interno con la Bulgaria nel primo impegno dopo il trionfo all’Europeo ha frenato il cammino degli azzurri verso il Mondiale, ma nessun dramma: Roberto Mancini è convinto che si è trattato solo di un inciampo, “perché doveva terminare con un altro risultato”. Quello che è certo è che a Basilea, domani sera, altri passi falsi non sono concessi. Contro la Svizzera, già affrontata e battuta nei gironi dell’Europeo, l’Italia punta a rialzare subito la testa e difendere il comando del girone. Espugnare il St. Jacob Park permetterebbe agli azzurri di tenere a distanza la principale rivale del girone, che fino a qui ha disputato appena due partite, e di vedere all’orizzonte il primo posto che vale l’accesso a Qatar 2022. Oltre ad arrivare con maggiore serenità alla gara con la Lituania di mercoledì a Reggio Emilia. A patto, beninteso, di non restare intrappolati nei dolci ricordi delle notti magiche: “Nel calcio non si può, e non possiamo pensare alla serata dell’11 luglio”, ha avvertito Mancini. “E’ stata bellissima ma non dobbiamo pensarci più. E’ lì, tutti saranno ricordati per questo, ma il futuro è diverso e tutti dobbiamo lottare per vincere ancora”.

A partire dallo scontro diretto di domani sera: “Come tutte le partite giocate dall’Italia nella sua storia in Svizzera, sarà difficile, combattuta”, ha spiegato il ct. “Però dopo il pareggio con la Bulgaria vogliamo tornare a vincere. Non sarà semplice, ma credo che ce la faremo”. La ricetta per fare risultato? “Se ripetiamo la stessa prestazione di giovedì, abbiamo molte possibilità di vincere”, è la convinzione del Mancio. “Dobbiamo tirare 4-5 centimetri più in là rispetto al piede o alla mano del portiere. Non siamo preoccupati, ma dispiaciuti per non aver fatto i tre punti”, ha aggiunto. Quanto alle condizioni del gruppo, “i giocatori stanno tutti abbastanza bene. Verratti ha preso un colpo al ginocchio, valutiamo tutti domattina, non sono passate nemmeno 48 ore. Ci sarà da correre, abbiamo bisogno di giocatori pronti”. Se il centrocampista del Psg non ce la farà, pronto uno tra il neo juventino Locatelli o magari il romanista Pellegrini, apparso in gran forma in campionato: “”E’ un giocatore per noi importante perché può fare tutti i ruoli”. Al di là delle condizioni di Verratti, Mancini ha assicurato che rispetto al match con la Bulgaria “non ci saranno stravolgimenti”. La certezza è il rientro di capitan Chiellini al centro della difesa, al posto di Acerbi. Proprio lo juventino ha invitato a non fare paragoni con il 3-0 dello scorso 16 giugno.

“Quel risultato finale è stato bugiardo, per 55 minuti, fino al raddoppio di Locatelli, è stata una partita molto equilibrata, giocata sui dettagli”, ha ricordato. “Ci hanno messi in difficoltà nel palleggio, faticavamo a pressare, hanno avuto delle ottime ripartenze. In quel periodo sbagliavamo pochissimo e sono stati gli episodi che hanno fatto cambiare la partita. Dopo il 2-0 siamo stati bravi a gestirla e a realizzare il 3-0 alla fine”, ha aggiunto il difensore. “La Svizzera è una squadra forte, pericolosa. Giocheranno in casa e sarà ancora più difficile, non basterà fare una partita sufficiente, ma dovremo fare una partita di alto livello”. Chiellini, comunque, non giudica la sfida decisiva: “E’ molto importante, ma in caso di pareggio o vittoria non sarà determinante. Servirà lucidità. La prima gara di settembre è sempre la più ostica”. E tornando allo stato d’animo dello spogliatoio nel dopo-Bulgaria, ha ricordato che “qualche difficoltà l’abbiamo avuta in questi anni, la squadra i percorsi di crescita continui li ha avuti. Anche dei piccoli passi falsi da dove ripartire, che servono sempre per migliorare. Tutto fa esperienza. Quel pizzico in più che sta nella testa arriverà domani”.

(LaPresse)

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