NAPOLI – Due modi di fare diversi, due (anzi, tre) generazioni diverse. Con la scarcerazione di Massimiliano Esposito, rientrato in via di Niso prima di Natale e sottoposto alla libertà vigilata, il clan di Bagnoli ha ripreso nuova linfa. A dire il vero, era da mesi che gli investigatori avevano notato movimenti sospetti a Bagnoli, e non solo, da parte di uomini ritenuti vicini alla cosca di ’o scognato. Cosca che oggi si presenta con due anime: c’è un gruppo che fa riferimento a Esposito e alla famiglia Nappi (Nappi è il cognome della moglie del boss Massimiliano), e un gruppo che ha come capo indiscusso il figlio di ’o scognato, che nel giro di pochi anni, nonostante la giovane età, avrebbe messo su una paranza tra le più monitorate dalle forze dell’ordine. Prima della festa, dello scorso 13 dicembre, in onore di Massimiliano Esposito, gli stessi Esposito erano dati in forte espansione verso Cavalleggeri d’Aosta. Non sono coincidenze i raid contro le attività commerciali di proprietà dei parenti del boss di Cavalleggeri, Alessandro Giannelli (detenuto), come non sono coincidenze le ‘stese’ che si sono registrate in autunno. L’obiettivo degli Esposito, anche secondo la Dia, è conquistare Fuorigrotta, forti anche del sostegno di uno dei clan più potenti e influenti di Napoli e provincia, la cosca dei Licciardi della Masseria Cardone, che per compensare il terreno perso “in casa”, tra Secondigliano e Miano, starebbe ampliando i propri interessi verso altri quartieri. L’area di Fuorigrotta significa centinaia di attività commerciali e almeno un paio di piazze di spaccio molto redditizie. Gli esponenti della cosca di via Caio Duilio, i Troncone, sono sempre più accerchiati: contro di loro, oltre agli Esposito, ci sono i nemici storici degli Iadonisi che, indeboliti, hanno chiesto aiuto alla mala di Soccavo.
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