NAPOLI – Temperature sempre più roventi anche nei luoghi da sempre simbolo del freddo. Nella gran parte delle nostre montagne è atteso, rispetto a ora, un aumento di temperatura tra i 2 e i 3 gradi Celsius per il 2050, ed entro fine secolo un ulteriore riscaldamento che va dai 3 ai 7 gradi in funzione degli scenari di emissione. Nelle Alpi le temperature stanno crescendo a una velocità doppia rispetto alla media globale, e la neve al suolo negli ultimi dieci anni ha subito un costante decremento lasciando sempre più spazio ad aride sterpaglie. E’ quanto emerge dal report “Nevediversa 2022 – Il turismo invernale nell’era dei cambiamenti climatici, tra esperimenti di transizione ecologica, buone pratiche e accanimenti terapeutici” di Legambiente che traccia il bilancio degli effetti del surriscaldamento globale ad alta quota. Il dossier analizza Alpi e degli Appennini sulle tendenze future imposte dal cambiamento climatico.
Il dossier
Nel report troviamo la mappatura dei 150 progetti di infrastrutturazione localizzati in aree di grande pregio naturalistico, come i siti protetti da Rete Natura 2000, istituita dall’Unione Europea per la protezione e la conservazione degli habitat e delle specie, o comunque non idonee alla pratica sciistica; l’elenco aggiornato dei 234 impianti sciistici dismessi in cui giocherebbero un ruolo importante, per il riuso e lo smantellamento, i fondi del Pnrr e quello delle 135 strutture dal futuro incerto per mancanza di neve, problemi economici e gestionali o per fine vita tecnica; la lista dei 149 impianti che restano aperti grazie ai cosiddetti “accanimenti terapeutici”, cioè che sopravvivono con forti iniezioni di denaro pubblico; e ancora il focus sulle Olimpiadi invernali. Ma troviamo anche la cartina delle 10 buone pratiche che dimostrano l’esplorazione delle nuove possibilità di fare turismo montano in Italia.
In Campania
Tra i siti minacciati troviamo “Monte Cervialto e Montagnone di Nusco” e “Monte Terminio”. Il parco regionale dei Monti Picentini, una vasta area montuosa che si estende per oltre 65mila ettari e comprende una delle più rigogliose aree forestali e il più grande serbatoio d’acqua del sud Italia. Il contesto è delicato dal punto di vista ambientale, che suggerisce una approfondita procedura di Valutazione dell’impatto delle opere. Tra gli interventi si prevedono due seggiovie quadriposto la realizzazione di una rete di approvvigionamento idrico per completare l’innevamento artificiale, l’impianto di illuminazione per sciare in notturna e una pista di pattinaggio sul ghiaccio.
Temperature roventi
L’intero territorio italiano è al centro di un’area considerata dagli scienziati un “hot spot” del cambiamento climatico, e va ancora peggio per le nostre montagne. In Italia “fioccano” gli impianti ma senza neve. Nelle Alpi le temperature stanno crescendo a una velocità doppia rispetto alla media globale. Il panorama impiantistico delle montagne cambierà aspetto nell’arco di pochi anni. Dall’indagine emerge un quadro problematico, con numerose proposte di impiantistica a quote molto basse, in contesti dove la neve sarà sempre più rara e gli inverni sempre più brevi, con il rischio concreto che, i buoni intendimenti delle direttive europee per la tutela di aree di grande pregio naturalistico e la loro estensione dall’attuale 22% al 30%, vengano clamorosamente disattesi. La richiesta di strategie urgenti di adattamento ai cambiamenti climatici per queste zone che vivono di turismo invernale è il messaggio della campagna Nevediversa.
Olimpiadi ‘a rischio’
A proposito di assenza di neve, preoccupa il destino dei giochi olimpici: secondo uno studio dell’Università di Waterloo, pubblicato su Current Issues in Tourism, se le emissioni di gas serra rimangono sulla traiettoria attuale, nel 2080, solo Sapporo tra le 21 precedenti località delle Olimpiadi invernali sarebbe in grado di ospitare in modo affidabile i Giochi in futuro. Nelle Alpi anche se le emissioni di gas serra fossero drasticamente ridotte, solo Albertville, a 2.100 metri sul livello del mare, rimarrebbe un ospite affidabile per i Giochi entro la metà del secolo.