Nord Macedonia, storica visita di Tsipras a Skopje: incontro con Zaev

Il primo ministro greco, Alexis Tsipras, è in Macedonia del Nord per una visita "storica", voluta per mettere fine alla lunga disputa sul nome dell'ex repubblica yugoslava di Macedonia.

(Photo by Robert ATANASOVSKI / AFP)

SKOPJE ( MACEDONIA) – Il primo ministro greco, Alexis Tsipras, è in Macedonia del Nord per una visita “storica”, voluta per mettere fine alla lunga disputa sul nome dell’ex repubblica yugoslava di Macedonia. L’accordo di Prespa sul nome della nazione, firmato nel giugno 2018, è stato approvato a gennaio dai parlamentari dei due Paesi, permettendo così a Skopje di notificare a febbraio il cambio di nome all’Onu. L’intesa ha anche messo fine al veto greco all’adesione del Paese alla Nato e al suo avvicinamento all’Unione europea. Atene rivendicava l’uso esclusivo del nome Macedonia per la sua provincia settentrionale, dalla dichiarazione d’indipendenza dell’attuale Macedonia del Nord nel 1991. Il viaggio di Tsipras è il primo a Skopje di un leader greco da molti anni; il premier è accompagnato da dieci ministri e decine di imprenditori del settore agroalimentare, dell’energia e delle infrastrutture.

La ricerca dell’accordo

Con l’omologo macedone, Zoran Zaev, Tsipras vuole provare che le economie dei due Paesi trarranno vantaggio dall’accordo. Zaev ha accolto il greco con un selfie scattato fuori dai palazzi del governo, scrivendo su Twitter: “Un giorno davvero storico”. Dopo l’accordo del 2018 i due premier sono stati elogiati a livello internazionale per esser riusciti nella delicata operazione di riavvicinamento, nonostante l’opposizione dei nazionalisti nei loro Paesi. I loro nomi sono stati proposti a dicembre per il premio Nobel per la pace da Wided Bouchamaoui, imprenditrice tunisina a sua volta co-premiata nel 2015. In entrambi i Paesi resta tuttavia palpabile il malcontento di parte della popolazione. Tsipras l’ha ammesso lunedì, dicendo che una “importante parte del popolo greco” è “profondamente preoccupato” per l’accordo. “E’ nostra responsabilità, mia e di Zoran, provare che le nostre nazioni non possono che trarre beneficio dalla via che abbiamo aperto”.

LaPresse

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