NAPOLI – Il suo matrimonio ha paralizzato la città, creato durissime polemiche politiche, messo in imbarazzo le istituzioni per il ‘concerto’ non autorizzato in piazza del Plebiscito. Tony Colombo, però, non fa alcuna marcia indietro, prova a giustificarsi continua il suo braccio di ferro a distanza con il Comune che lo accusa di non aver rispettato le regole e annuncia multe salatissime. Il cantante neomelodico è consapevole di aver messo in piedi dei festeggiamenti rumorosi, che possono aver dato fastidio almeno a mezza città. Ma, a ‘Cronache’, convinto di essere nel giusto, spiega che rifarebbe tutto.
Come ha vissuto queste ore controverse, con un matrimonio al centro di feroci polemiche?
Le dico la verità: delle polemiche mi è arrivata voce ieri sera (giovedì ndr) tra un momento e l’altro dei festeggiamenti. Conscio del fatto che i permessi li ho ottenuti, ho preferito continuare a condividere i momenti di gioia legati alle nostre nozze con mia moglie, gli amici e i parenti presenti. Anche oggi (ieri, ndr) sono tranquillo per quanto concerne la parte burocratica; risentito per tutto quanto si è costruito sulla vicenda, tutto quello che riguarda la storia di mia moglie (è la vedova del boss Gaetano Marino ndr) che, oltre ad essere acqua passata, visto che Tina adesso è la signora Colombo, è stata da alcuni raccontata dando informazioni non vere e facendo paragoni inappropriati ed offensivi.
Il Comune sostiene che per il concerto in piazza avevate chiesto solo il permesso per il flash mob e che avete utilizzato il loro logo abusivamente. E’ vero?
Avevamo i permessi necessari alla realizzazione del flash mob che si è svolto, che sono stati tra l’altro controllati dalle autorità. Fare un concerto è tutt’altra cosa. Vi pare che io e il mio staff, abituati come siamo ad organizzare eventi, concerti e feste, non avremmo chiesto le autorizzazioni? Potrebbe capitare qualche disattenzione, ma gravi infrazioni no. Ho ringraziato il Comune di Napoli per la gentile concessione sia alla fine del video del mio nuovo singolo, “Ti amo amore mio”, girato proprio in piazza del Plebiscito durante il flash mob, sia in piazza, sia il giorno delle nozze nel corso della diretta fatta con Barbara D’Urso a Pomeriggio 5. Forse sono stato troppo educato?
Non saprei. Di sicuro l’amministrazione ha fatto sapere di averle inflitto una multa da 30mila euro per il mancato pagamento dell’occupazione di suolo per il ‘concerto’ al Plebiscito.
No, non mi risulta assolutamente nulla di questo tipo.
Ha creato qualche malumore la scelta di cambiare la sede del convegno anticamorra per la concomitanza con il matrimonio. Che ne pensa?
Non saprei che dirle, questa scelta non l’ho fatta io. Poi non mi è ben chiara la motivazione all’origine di questa decisione. O forse una motivazione vera e propria non c’è, ed è solo questione di pregiudizio?
In queste ore in tanti hanno detto che “si è data una immagine sbagliata di Napoli”. Lei sente di aver lanciato un messaggio di questo tipo o di rappresentare una Napoli che, invece, pur non piacendo, esiste?
Rappresento Napoli. Il mio pubblico è molto eterogeneo: dai bambini agli adulti, dalle persone che non hanno avuto modo di studiare a quelli che hanno conseguito la laurea, dalle persone che vivono in condizioni economiche critiche alle persone più abbienti. Scrivo, canto e suono e, come ad ogni artista, può capitare che le mie canzoni possano piacere ad una persona piuttosto che ad un’altra. Amo regalare emozioni a una fetta di popolazione di Napoli che ne ha bisogno, e perciò la coinvolgo nei miei videoclip, nelle mie dirette social, nei momenti della mia vita privata.
C’è qualcosa che non rifarebbe nell’organizzazione delle nozze?
Rifarei tutto tale e quale.
Il momento, invece, che per lei resta indelebile?
Lo scambio delle fedi, quando Tina è diventata a tutti gli effetti la signora Colombo.
Che messaggio sente di lanciare a chi dice che l’ostentazione sia stata eccessiva e che quanto visto ha fatto male alla città di Napoli?
Ognuno di noi ha uno stile di vita, condivisibile o meno: ognuno è libero di mangiare quello che vuole, sentire la musica che vuole, festeggiare come vuole. Fa male alla città di Napoli parlare sempre di cose negative, non di matrimoni particolari, flash mob e cose del genere. E, soprattutto, fa male alla città vedere il male laddove il male non c’è.